Fa discutere la proposta di legge di Fratelli d’Italia. Nel provvedimento a prima firma del viceministro Edmondo Cirielli si chiede la modifica del codice penale: “Reprimere il fenomeno attraverso il ripristino di strumenti punitivi più incisivi”
Stretta sugli atti osceni in luogo pubblico. Lo prevede una proposta di legge di Fratelli d’Italia a prima firma del viceministro Edmondo Cirielli che punta a ripristinare il carcere per questo tipo di reato. Nel ‘mirino’ anche i clienti delle lucciole che saranno “attinti da pesanti sanzioni amministrative”.
Questa proposta di legge – assegnata alla Commissione Giustizia di Montecitorio – dunque, introduce nuovamente la fattispecie penale di atti osceni in luogo pubblico “quale – si legge nel testo – reato penale e non mero illecito amministrativo”.
E dunque “chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, si mostra nudo o compie atti osceni” deve essere punito – questa la richiesta – “con la reclusione da tre mesi a tre anni”.
Si punta anche ad una stretta per chi si approfitta della prostituzione praticata sulla pubblica via. “I ‘signori clienti’” sono “attinti da pesanti sanzioni amministrative, che tuttavia non” hanno “la stessa capacità general-preventiva della sanzione penale”.
L’esponente di Fdi ricorda che il decreto legislativo 15 gennaio 2016 ha previsto la depenalizzazione di talune fattispecie di reato, trasformandole in illeciti amministrativi. L’attuale legge prevede che venga comminata una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 ad euro 30.000 nei confronti di chiunque compia atti osceni in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico (resta la fattispecie penale solo se la condotta è commessa all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori).
Prima, invece, si applicava la pena della reclusione da tre mesi a tre anni. Il fatto è – argomenta Cirielli – che “negli ultimi anni si stanno verificando con sempre maggiore frequenza comportamenti degradanti sul territorio nazionale che ledono in maniera allarmante la moralità pubblica e la sicurezza dei cittadini.
Sovente, purtroppo, tali azioni si configurano come veri e propri atti osceni. Talora sono commesse da immigrati presenti a vario titolo sul territorio nazionale, incuranti della presenza – per le strade – di altre persone, tra cui anche minori”.
Per Cirielli “l’applicazione di una mera sanzione amministrativa non è certo un deterrente per l’allarme sociale connesso alle condotte di immigrati che, non avvezzi ai costumi, alle consuetudini e alle norme etiche e giuridiche che regolano la convivenza civile nella nostra società e sradicati dagli ambienti di provenienza,
compiono talora azioni oscene o degradanti nelle nostre città. Troppe volte, infatti, apprendiamo dalle cronache locali, o vi assistiamo di persona, di immigrati che si aggirano per le strade nudi, ovvero si denudano, non curanti della presenza di altre persone, spesso anche di minori”.
Pertanto – argomenta l’esponente di Fdi – “al fine di contrastare in maniera più adeguata il degrado morale che affligge la nostra collettività e di rafforzare la sicurezza dei cittadini che rappresentiamo, sarebbe più efficace reprimere il fenomeno attraverso il ripristino di strumenti punitivi più incisivi rispetto a quelli previsti dalla norma vigente, frutto della depenalizzazione”.
Un’ altra proposta di legge targata FdI e sempre assegnata alla Commissione Giustizia di Montecitorio, è contro il reato di travisamento, e fa innanzitutto riferimento alla disposizione legislativa che vieta “l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”, in primo luogo in occasione di manifestazioni.
Infatti, qualora il ‘mascheramento’ avvenga in occasione di manifestazioni pubbliche, “il contravventore” è già punito con l’arresto da due a tre armi e con l’ammenda da 2.000 a 6.000 euro, tuttavia l’arresto in flagranza è facoltativo.
“I gravissimi episodi – evidenzia Cirielli – verificatisi a più riprese in occasione di manifestazioni pubbliche, durante le quali si sono verificati scontri e incidenti e si sono avuti anche feriti tra gli esponenti delle Forze di polizia a causa del comportamento di alcuni giovani all’occorrenza mascherati e protetti da caschi da motociclista, ha reso quanto mai attuale la questione relativa al trattamento sanzionatorio da irrogare”.
Da qui l’obiettivo di prevedere per i ‘trasgressori’ “la reclusione da uno a quattro anni” e “la multa da 3.000 a 10.000 euro” e l’obbligatorietà dell’arresto in flagranza di reato. AGI