Due aggressioni al carcere di Milano San Vittore contro agenti della polizia penitenziaria nella giornata di domenica 16 gennaio. Ne dà notizia il segretario dell’Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria) della struttura milanese Pietro Coscarelli. Prima, al reparto femminile, una detenuta (che, stando a quanto riferisce il sindacalista, sarebbe “affetta da patologie mentali”) ha colpito l’ispettore del reparto con un pugno al volto.
Poi, nella sezione dei soggetti ‘problematici’, un detenuto ha insultato il personale e sferrato un pugno al torace di uno degli agenti intervenuti per placarlo.
Entrambi gli agenti sono ricorsi alle cure mediche. “Il personale di San Vittore si è sempre distinto per l’alta professionalità con cui gestisce gli eventi critici in genere, denunciando raramente eventi ritenuti quali ‘rischi del mestiere’ ma, adesso, la situazione sembra sfuggire di mano”, afferma Roberto Di Marco della segreteria Uspp Lombardia.
“Se la politica penitenziaria non cambia, anche il personale più specializzato rischia di non riuscire più a rispondere alle esigenze ed a simili eventi”.
“Il problema dei detenuti psichiatrici è una delle cause principali degli episodi violenti e degli eventi critici in genere”, aggiunge il segretario Uspp Lombardia Gian Luigi Madonia: “E ad oggi, almeno fino a quando non interverranno importanti novità normative, non sembra far presagire alcuna soluzione.
Le strutture non sono adeguate al contenimento di malati di mente, così come il personale non è assolutamente formato per gestire soggetti che non possono collaborare per evidenti limiti psichici”.
Il sindacato dei poliziotti penitenziari punta ancora una volta il dito sulla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, definita “un errore”, così come la scelta di “esternalizzare le competenze sanitarie penitenziarie alle Ats, che non hanno la capacità di rispondere alle esigenze e non hanno personale sufficiente”.