Non si fermano gli episodi di violenza ai danni delle guardie di Sollicciano. In queste ore è avvenuto l’ennesimo episodio, e a farne le spese, come sempre, ancora un agente penitenziario, che nel penitenziario fiorentino svolge il suo lavoro.
Questa volta a mettere in atto questa nuova aggressione ai danni dell’agente nel carcere fiorentino di Sollicciano è stato un detenuto africano. Che, richiamato ad affrettarsi a entrare in infermiera, in tutta risposta ha assalito l’agente insieme ai compagni di stanza, facendolo cadere a terra e colpendo ripetutamente il poliziotto con calci e pugni. A questo punto, accorgendosi di quel che stava avvenendo, altri detenuti, comunque, sono intervenuti e lo hanno tirato via dai calci e dai pugni sferrati dagli aggressori. L’agente è stato poi soccorso dagli altri colleghi. A quel punto sono stati chiamati i soccorsi e l’agente penitenziario è stato trasportato al pronto soccorso. In ospedale gli sono state rilevate lesioni alla testa ed alla schiena e ha avuto una prognosi di 10 giorni.
Aggressioni, colluttazioni, risse e ferimenti contro il personale di Polizia Penitenziaria, che nel carcere svolge solo il suo lavoro: è lunga la lista di episodi violenti ed eventi critici che stanno accadendo nell’istituto penitenziario fiorentino, che sono purtroppo diventati all’ordine del giorno. Una situazione insostenibile quella che si è venuta a creare nel carcere fiorentino, dove quasi quotidianamente il personale di polizia penitenziaria subisce aggressioni da parte dei detenuti e delle detenute.
Questo episodio, l’ultimo di una lunga serie, risale alla mattina del 31 dicembre ed è stato riportato da un comunicato del sindacato autonomo penitenziario ‘Polizia Giustizia’ che auspica, una volta per tutte, che siano ripristinati l’ordine e la sicurezza. “Purtroppo lo scenario attuale delle carceri italiane è mestamente questo – spiega in una nota il segretario nazionale della sigla, Claudio Caruso -. Servono interventi legislativi che tutelino in maniera compiuta il personale di Polizia Penitenziaria. Personale allo stremo che opera in condizioni disagiate, coprendo come in questo caso più posti di servizio”. “Chiediamo un intervento deciso al ministro della Giustizia – conclude Claudio Caruso – perché il fenomeno delle aggressioni in carcere sia finalmente riconosciuto e contrastato con la dovuta intransigenza”.