Il pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, soprattutto d’estate, è un campo di battaglia dove si affrontano pazienti, amici, parenti e personale sanitario. Però non è mai accaduto che i protagonisti dell’alterco siano addirittura i carabinieri.
Un paradosso che ha lasciato interdetto persino il gip del tribunale di Tempio che ieri ha archiviato senza tanti complimenti il procedimento per calunnia, falsa testimonianza, falso e depistaggio, aperto dopo la denuncia presentata da un carabiniere nei confronti di due colleghi (assistiti in giudizio dagli avvocati Jacopo Merlini e Giampaolo Murrighile).
La vicenda, singolare, risale al ferragosto di quattro anni fa. Un carabiniere, allora in servizio a Nuoro, aveva accompagnato in ospedale il figlio in preda a conati di vomito. Valutata in ospedale la non urgenza del caso, il carabiniere e il figlio erano finiti nella lista d’attesa del pronto soccorso. Il padre, allarmato, aveva reclamato duramente per una visita immediata e per ricondurlo alla ragione era intervenuta una pattuglia di carabinieri. Per nulla tranquillizzato, il militare aveva continuato a litigare soprattutto con i colleghi.
Il rapporto era finito davanti al tribunale militare, a Roma, e il carabiniere aveva rischiato la grave accusa di insubordinazione, poi invece caduta. A quel punto, non pago, lo stesso militare aveva denunciato i colleghi per calunnia, depistaggio, falso e falsa testimonianza. Irremovibile, l’accusatore si era opposto alla richiesta di archiviazione del pm, ma ieri si è dovuto arrendere alla decisione del gip del tribunale che, allibito, ha archiviato il fascicolo.
lanuovasardegna.it