È stato sempre abituale riconoscere i volti delle vittime, dei magistrati o degli ufficiali che coordinano le indagini nelle principali inchieste su omicidi e sequestri di persona. Tuttavia, raramente ci soffermiamo sui volti degli investigatori che lavorano silenziosamente e instancabilmente per risolvere i casi, arrestare i colpevoli dei delitti più gravi o riportare a casa gli ostaggi.
Uno di questi eroi sconosciuti è stato il luogotenente Walter Proia, che purtroppo è deceduto ieri a 59 anni dopo una lunga malattia che ha combattuto fino all’ultimo, ma che non gli ha lasciato scampo.
Era uno dei principali collaboratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari. Proveniente da Roma ma trasferitosi in Sardegna fin dall’inizio della sua carriera, il luogotenente Proia è entrato giovanissimo nel Nucleo Operativo di Nuoro. Qui, ha svolto un ruolo chiave nelle indagini su sequestri di persona e omicidi, lavorando a fianco di numerosi altri militari esperti.
Ha partecipato a indagini cruciali, comprese quelle riguardanti il sequestro di Ferruccio Checchi e di Giuseppe Vinci, nonché l’inchiesta relativa al lungo e drammatico rapimento di Silvia Melis, avvenuto il 19 febbraio 1997 e che si è protratto fino all’11 novembre.
Carabiniere instancabile e coraggioso
Il lavoro instancabile e il coraggio dimostrato da investigatori come il luogotenente Walter Proia sono fondamentali per la lotta contro il crimine e la difesa della giustizia. Anche se spesso rimangono nell’ombra, il loro contributo è inestimabile nella risoluzione di gravi reati e nella protezione della comunità.
Numerosi i messaggi di cordoglio e vicinanza arrivati ai familiari e amici da parte di tantissimi colleghi e altri appartenenti alle forze dell’ordine che hanno lavorato con lui questi anni.