Trovo davvero notevole che il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri dedichi una attenzione particolare al concetto del “tempo”, visto come risorsa non solo per una efficace organizzazione delle attività della nostra istituzione ma soprattutto come esigenza non procrastinabile sotto il profilo della serenità e del benessere, inteso come “spazio” da dedicare a sé stessi e ai propri interessi e affetti personali.
Ringrazio il Generale Luzi nel rimanere concentrato su quanto disse sia nel discorso del suo insediamento e ribadito nei suoi successivi interventi relativi alla necessità di partecipazione nei processi decisionali utile ad alimentare il senso di appartenenza firmando una disposizione, lo scorso 23 marzo, sulla gestione delle prestazioni in regime straordinario che deve essere rivista, giustamente, per tutte le categorie e ruoli.
Il problema risiede però nella criticità della sua attuazione (possibilissima, secondo noi del Nuovo Sindacato Carabinieri) anche tenendo conto delle oggettive problematiche causate dalla mancanza attuale di personale e dei futuri pensionamenti previsti nei prossimi 3/5 anni delle generazioni arruolatesi negli anni 80 (specialmente nella territoriale) che causa già degli allarmi sulla capacità di controbilanciare queste prossime carenze con i turnover previsti in numeri che non sembrano capaci di pareggiare le esigenze.
Il lavoro “straordinario” evidenzia già nel significato dell’aggettivo stesso una eccezione all’ordinario che nella nostra Arma si traduce nel dover compensare non solo accadimenti non programmabili ma anche le ormai croniche mancanze di personale che costringono un uso continuo (e non più straordinario) dello strumento, che anche se potesse essere ridotto dall’utilizzo dei recuperi delle ore non pagate e messe a recupero attraverso la concessione di ulteriori giorni di assenza giustificata, a sua volta toglierebbe risorse, creando ulteriore problematiche nella gestione dell’ordinario, visto che quei Comandanti avrebbero meno personale effettivo per gestirlo e devono, giocoforza, ricorrere all’utilizzo del lavoro straordinario (sembrerebbe un cane che si mozzica la coda).
Inoltre, i monti ore delle ore straordinarie previsti per gli uffici non modificano la loro entità tenendo conto dei cambiamenti delle forze organiche effettive quando sono in decremento, obbligando i reparti sofferenti a dover imputare a recupero le ore necessarie a compensare le deficienze organiche per garantire le giuste performance. Una colpa certamente non imputabile a quel personale.Tra l’altro, inseguendo i pensieri che ci arrivano dai nostri iscritti, chi controllerebbe che in tutti i ruoli e gradi ci sia la stessa ratio nell’utilizzare lo strumento del recupero?
Nelle Forze di Polizia ad ordinamento civile, che già vedono la collaborazione tra i dirigenti e le organizzazioni sindacali e attraverso lo strumento dell’accordo nazionale quadro, lo straordinario programmato viene fissato preventivamente proprio per intervenire nei diversi uffici secondo necessità, anche temporali.
Siamo alla vigilia della approvazione della legge sulle relazioni sindacali ( LEGGI QUI )che introdurranno finalmente un vero strumento rappresentativo che sarà in grado di fornire i giusti stimoli e contributi per rimettere al centro il benessere e i diritti di tutti i Carabinieri. Il Nuovo Sindacato Carabinieri da tempo ha chiesto al Comando Generale di essere convocato per lavorare insieme sui processi decisionali per renderli partecipati e più forti nella loro azione. Quanto dobbiamo ancora aspettare?
Roberto Di Stefano – Segretario Nazionale Nsc