Sviluppare nei cittadini la conoscenza di tutti quei servizi di supporto, tutela, assistenza finanziaria, legale e morale a disposizione delle vittime di usura ma anche incentivare l’emersione di questi reati che spesso non vengono denunciati è l’obiettivo di un protocollo d’intesa firmato a Perugia e che vede insieme il comando Legione carabinieri e la Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura, rappresentate dal comandante, il generale Gerardo Iorio, e dal presidente Fausto Cardella.
La cerimonia si è svolta in Prefettura alla presenza, tra gli altri, del prefetto, Armando Gradone, del procuratore generale, Sergio Sottani, della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e di quello dell’Assemblea legislativa Marco Squarta.
Con il protocollo, in particolare, l’Arma si impegna, attraverso i propri strumenti di comunicazione e prevedendo all’interno dei propri uffici la disponibilità di materiale divulgativo, a informare i cittadini sui progetti della Fondazione e a concorrere alla formazione di una rete di protezione sociale fornendo informazioni e indirizzando a essa coloro che si rivolgono agli uffici territoriali dei carabinieri dichiarando una condizione che suggerisca la sussistenza o di rischio di casi di usura.
La Fondazione, a sua volta, si impegna, tra le altre cose, a incentivare le persone assistite alla denuncia, informando dei vantaggi della tutela penale e supportando le parti offese.
“Questa intesa – ha detto Iorio – può essere un elemento vincente per la prevenzione di un fenomeno, quello dell’usura, che ha come presupposto la fiducia della vittima nelle istituzioni. La vicinanza al cittadino, data anche dalla nostra capillarità sul territorio, insieme alla formazione di una rete di protezione sociale è una finalità importante dell’Arma dei carabinieri e di questo protocollo”.
“È fondamentale questa intesa – ha sottolineato Cardella – perché la Fondazione ha l’esigenza di informare i cittadini sul fatto che possono usufruire dei nostri piccoli ma non insignificanti aiuti. Molti non sapevano neanche dell’esistenza di questa istituzione e delle opportunità che offre. L’Arma ha una presenza capillare sul territorio che favorisce la possibilità che la gente si avvicini a questo strumento di aiuto, che non è soltanto materiale ma anche morale”.
“La repressione dell’usura in maniera diretta – ha ricordato ancora Cardella – è delegata ad altri organi dello Stato e l’attività della Fondazione è quella di promuovere la prevenzione come metodo di contrasto. C’è anche l’esigenza di favorire l’emersione di un reato che non sempre si denuncia e quando si denuncia lo si fa mal volentieri”.
“Prevenzione – ha quindi evidenziato il prefetto – significa in questo caso aiutare famiglie e imprese che si trovano in difficoltà e significa prevenire il radicamento del metodo criminale. La prevenzione è fondamentale per alimentare un clima di fiducia nelle istituzioni attraverso la diffusione della consapevolezza e della conoscenza degli strumenti che consentono a cittadini e imprese in difficoltà di accedere agli aiuti”.
“Le tre parole che mi hanno colpito – ha poi affermato Sottani – sono state ascolto, fiducia ed emersione del fenomeno. L’usura è un reato nascosto. Spesso non viene denunciata, forse perché chi vi cade si sente colluso ed è qui la differenza fondamentale tra l’usurato e il sovra indebitato, due figure che secondo me non vanno unificate. Il sovra indebitato è quel soggetto che ha una transitoria difficoltà economica su cui c’è una attività di intervento per prevenire che possa cadere nell’usura, mentre l’usurato è un soggetto che spesso su sua volontà si è affidato agli usurai.
È qui la difficoltà a denunciare e, soprattutto, l’usurato sa che se denuncia affronterà un processo nel quale gli sarà chiesto perché si è rivolto agli usurai. La capacità di ascolto e di fiducia sta quindi nell’accompagnarli in questa direzione”. ANSA