Il sospetto è partito da alcuni accessi anomali alle banche dati della Polizia e al portale dell’Aci. A effettuarli era Il maresciallo comandante dei carabinieri della stazione di Cornigliano, che controllava alcuni nominativi e targhe senza apparente giustificato motivo.
Eventuali indagini a carico e altri dati. Secondo l’accusa il Comandate che è stato arrestato, in questo modo avrebbe fornito informazioni ad alcuni conoscenti tra cui un avvocato, che si rivolgeva all’amico carabiniere per avere notizie utili principalmente relative a incidenti stradali.
Inoltre il militare avrebbe fornito informazioni anche un altro suo conoscente, un operaio edile, ottenendo in cambio lavori di muratura gratis nell’abitazione di una donna con cui aveva una relazione. In un altro episodio accertato dai carabinieri del Nucleo Investigativo, il sottufficiale avrebbe favorito un amico carrozziere per recuperare un credito vantato nei confronti di un pensionato per alcuni lavori fatti sulla sua auto. Il carabiniere in pratica avrebbe detto all’anziano di pagare minacciando in caso contrario di denunciarlo per insolvenza fraudolenta.
Infine il maresciallo, intervenuto per un furto in un supermercato, avrebbe effettuato una ricostruzione parzialmente fittizia dei fatti, per contestare il reato di rapina impropria, al posto di quello di furto, falsificando il verbale.
Al termine delle perquisizioni nei confronti degli indagati e di altre persone coinvolte nella vicenda, il maresciallo è stato arrestato e portato in carcere a Pontedecimo.
Corruzione, concussione, falso, accesso abusivo a sistemi informatici, rivelazione di atti coperti da segreto d’ufficio e depistaggio, queste le accuse.
Carabinieri oltre al comandante della Stazione di Cornigliano, indagati anche un avvocato un operaio
Sono accusati: il primo di utilizzazione di atti coperti dal segreto d’ufficio e accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati, il secondo di corruzione ed accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati in concorso. A casa dell’avvocato, i militari hanno trovato nascosti in alcune borse circa 70 mila euro in contanti. Per loro il gip ha disposto l’obbligo di dimora nella provincia di Genova con divieto di allontanarsi dall’abitazione in orario serale/notturno.
Sette gli indagati
Il comandante provinciale dei Carabinieri di Genova, intervistato dalla Tgr dice: “Sono dispiaciuto, ma siamo intervenuti per tempo perché siamo un’Amministrazione trasparente e abbiamo il dovere di procedere nei confronti di chi sbaglia”.