Carabiniere viene nominato Ufficiale al Merito, ma dalla Regione arrivano le condoglianze firmate da Zaia: «Presidente sono ancora vivo, ha preso un granchio blu»

Carabiniere lutto Zaia

Voleva essere un messaggio di congratulazioni ma, per un tragicomico errore, è diventato di “condoglianze” per la morte del diretto interessato, il luogotenente in pensione dei carabinieri Antonio Mario Ria.

Che invece stava, e sta, benissimo. Dopo il comprensibile sconcerto, l’ex luogotenente e la moglie Laura Lorenzetto, già comandante dei vigli urbani di Castelfranco, si sono sciolti in una risata. In mano avevano il telegramma inviato dalla Regione e firmato dal presidente Luca Zaia che esprimeva le condoglianze per “la perdita dell’amato Antonio Mario”.

Ma il buon Antonio Mario è vivo e vegeto e gode di ottima salute. L’equivoco lo spiega lo stesso governatore Zaia: «Ho letto la notizia della nomina del luogotenente a Ufficiale al merito della Repubblica e ho voluto mandare un messaggio di congratulazioni.

Purtroppo gli uffici hanno commesso un errore ed è partito un messaggio di condoglianze. Ovviamente la colpa è tutta mia. L’unica consolazione è che, secondo la tradizione, dovremmo avergli allungato la vita».

LA STORIA

Il Luogotenente Ria nei giorni scorsi aveva ricevuto la notizia di essere stato nominato Ufficiale al merito della Repubblica Italiana dal presidente Sergio Mattarella. Onorificenza arrivata dopo quella conferita nel 2009 di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana a firma dell’allora presidente Giorgio Napolitano. Qualche giorno dopo, sempre a casa Ria, è arrivato un telegramma con mittente “Presidenza della Regione Veneto” ed indirizzato alla “Famiglia Antonio Mario Ria”.

Con una certa apprensione e curiosità, il nostro ha aperto ed è rimasto di sasso: “Carissimi – c’era scritto – vi sono vicino in questo momento di profondo dolore per la perdita dell’amato Antonio Mario. Sentite condoglianze. Luca Zaia Presidente della Regione Veneto”.

La prima reazione è stata di incredulità, poi sono arrivati i sorrisi.Antonio Mario Ria ha quindi pensato di mandare una risposta garbata e scherzosa al presidente: “Esimio Presidente – ha scritto – sono felicissimo di comunicarLe che la mia dipartita al momento non è ancora avvenuta e spero che avvenga più tardi possibile. A prova di quanto prodotto sarei lieto di invitarLa a cena e bere il Suo ed il mio tanto amato Prosecco o magari pregustare il famigerato “granchio blu” che questa volta ha preso Lei. Scherzi a parte colgo l’occasione per inviarLe i più sinceri saluti”.

Risposta che ha fatto sorridere anche Zaia: «Ho letto con piacere la lettera. Per prima cosa perchè dimostra che il signor Ria sta bene e me ne felicito. E poi perché ha scritto un messaggio intelligente ed educato».

«Si è trattato di un mero errore umano di una giovanissima collaboratrice, che ha invertito i messaggi di condoglianze e congratulazioni. Avevo infatti richiesto di inviargli un telegramma di complimenti. Alla prima occasione sarò davvero contento di stringergli la mano»

Le critiche del Pd

«Era già accaduto varie volte in epoca Covid: clamoroso il caso di Montebelluna, con una famiglia mandata nel panico e nella disperazione più totale che ha dovuto verificare il falso allarme con l’ospedale dove era ricoverato il proprio caro. Ora Zaia invia nuovamente un telegramma di condoglianze per la scomparsa di una persona che, per fortuna, è ancora viva e vegeta.

Insomma, anche in veste di impresario di pompe funebri, il presidente è un disastro». Così il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni, sul telegramma di cordoglio fatto recapitare dalla presidenza della Regione alla famiglia di Mario Antonio Ria, presidente della Associazione Nazionale Carabinieri di Castelfranco Veneto.

«Oltre a rimanere allibito per l’evidente faciloneria con la quale a Palazzo Balbi si svolgono queste operazioni di cordoglio istituzionale – osserva -, consiglio a Zaia di concentrarsi maggiormente.

Sia per evitare questi spiacevoli e funesti scivoloni, ma soprattutto per dedicarsi ai cittadini vivi. Si presenti in Consiglio, dove lo abbiamo visto 6 volte su 94 sedute. E il suo tempo lo usi per rispondere a decine di interrogazioni ferme da anni e rimaste senza risposta molte su questioni relative ai disservizi nella sanità, alle liste di attesa, ai medici di medicina generale che mancano.

Fino alle crisi occupazionali e alle emergenze ambientali, con i fronti aperti dell’inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, per non citare diversi casi di abusi dei pesticidi. Insomma, faccia il suo lavoro. Oppure – conclude Zanoni – cambi vita e si dedichi da subito, ma con serietà, alle onoranze funebri». Fonte: ilgazzettino.it

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