Subito dopo l’esplosione dell’epidemia aveva preso carta e penna ed aveva chiesto al comando regionale di garantire tutte le misure di sicurezza ai militari in servizio rifornendoli di guanti e mascherine.
La risposta alla richiesta di un appuntato scelto e sindacalista del Sim, era stata però tanto dura quanto inaspettata: il militare venne infatti trasferito dal comando provinciale dove lavorava ad una piccola stazione.
Per fortuna la vicenda si è chiusa con una conciliazione tra le parti davanti al giudice del tribunale del Lavoro, Giuseppe Tango, ed il carabiniere-sindacalista è tornato al suo posto. A riportare la notizia è PalermoToay con un articolo a firma di Sandra Figliuolo.
Era stato proprio il Sim (Sindacato militare italiano Carabinieri) a portare il comando regionale dei carabinieri ed il ministero della Difesa davanti al giudice era stato proprio il Sim, ritenendo che con quella richiesta il militare voleva semplicemente tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e che dunque stava svolgendo un’attività prettamente sindacale e legittima.
Non c’è stato però bisogno di entrare nel merito della questione – e questo a tutto vantaggio di una giustizia già in affanno – perché davanti al tribunale del Lavoro i vertici dell’Arma e il ministero hanno deciso di aprire un dialogo e di fare marcia indietro sul trasferimento.
Per la conciliazione, che ha chiuso definitivamente la controversia, hanno espresso soddisfazione tutti i componenti del Sim, in particolare il segretario generale nazionale, Antonio Serpi, e il segretario generale regionale, Maurizio Mastrosimone, che hanno sostenuto il militare in tutte le fasi del procedimento.