Carabiniere rapinato e picchiato, alla sbarra coppia di giostrai e presunta complice

carabiniere sfregiato al volto

Carabiniere preso a sprangate in casa dai banditi, se ne riparla a primavera quando si deciderà se processare tutti e tre insieme i due giostrai autori del colpo e la complice che avrebbe fornito loro un alibi.

Nel frattempo sono passati tre anni da quando, verso le sei del pomeriggio dell’8 gennaio 2020, il militare fu picchiato da una coppia di rapinatori in fuga che aveva sorpreso a rubare nella propria abitazione al rientro dal lavoro, finendo in ospedale con una prognosi di sette giorni.

Ieri sono stati rinviati a maggio – per decidere sulla richiesta di riunione – i due procedimenti gemelli, entrambi in corso davanti al collegio del tribunale di Viterbo, a carico della coppia di giostrai di Cerveteri ritenuti gli esecutori materiali del colpo e della presunta complice viterbese, finita a giudizio in un secondo momento, che in cambio di un Rolex d’oro e della promessa di 4mila euro in contanti avrebbe fornito loro un alibi.

La donna, difesa dall’avvocato Luigi Mancini, nonostante la posizione apparentemente marginale nella vicenda della rapina di Oriolo Romano, è anche lei accusata di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in concorso con i due giostrai del litorale, cognati tra loro, arrestati dopo sei mesi, il 20 luglio 2020, e finiti a processo col giudizio immediato anche per una serie di altri colpi, tra cui furti e rapine.

Secondo l’accusa, la viterbese avrebbe denunciato alla polizia il falso furto della vettura presa a noleggio dai banditi per il colpo.

Sei colpi tra Oriolo Romano e la capitale

I due giostrai sono accusati anche di altri sei colpi tra Oriolo Romano e la capitale, due dei quali la notte di Capodanno, tra il 2019 e il 2020, mentre i padroni di casa erano fuori a festeggiare. I banditi sarebbero stati incastrati proprio dai dati rilevati dall’impianto Gps della vettura (presa a noleggio a Cerveteri per commettere i furti) e delle celle agganciate dai telefonini, perfettamente sovrapponibili per luoghi e orari. 

Come alibi una falsa denuncia alla polizia

La viterbese, la mattina successiva alla rapina a casa del carabiniere, si è recata alla polizia per denunciare il falso furto della Fiat 500 bianca utilizzata dai banditi. Sentendo il fiato degli investigatori sul collo, dopo l’aggressione al carabiniere, i ladri avrebbero incaricato la coimputata, sembra promettendole in cambio 4mila euro e un Rolex d’oro, di recarsi a denunciare il furto della macchina.

Spia il gps dell’assicurazione

Peccato che la donna abbia commesso un errore, dicendo che l’auto era stata rubata dai ladri la sera prima mentre era parcheggiata a Roma con la chiave rimasta appesa sullo sportello, quando il Gps dell’assicurazione dava la vettura a Oriolo Romano alla stessa ora. La Fiat 500 bianca, lavata e tirata a lucido probabilmente per cancellare ogni traccia dei banditi, fu trovata il giorno stesso della denuncia “abbandonata” nel parcheggio di un lavaggio auto a Ladispoli. 

tusciaweb.eu

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