Carabiniere non vuole pagare i lavori edili: «Imprenditore perseguitato con le multe»

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Ex comandante di una stazione dei carabinieri del Salento accusato di concussione. Si sostiene che, sfruttando la sua posizione di autorità, avesse costretto un imprenditore ad accettare condizioni di pagamento per lavori di manutenzione straordinaria in un edificio di proprietà. In caso di rifiuto, avrebbe minacciato di effettuare controlli stradali mirati nei confronti dell’imprenditore.

L’imputato si sta preparando per il processo che inizierà il 4 marzo dinanzi al giudice del tribunale di Lecce. Ha richiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, condizionato da una consulenza tecnica che dimostri la sua estraneità agli addebiti.

Secondo l’accusa, il militare avrebbe fatto pressione sull’imprenditore in diverse fasi: a eseguire lavori per un importo notevolmente inferiore a quanto indicato nel preventivo, ad accettare acconti di 11mila euro in totale invece della somma dovuta, e infine, a rinunciare a richiedere il saldo di oltre 45mila 600 euro per i lavori completati nel 2021. Avrebbe minacciato il costruttore di una persecuzione continua se avesse insistito sul pagamento.

L’accusa sostiene che il comandante avrebbe passato dalle minacce alle azioni, effettuando controlli stradali mirati nei confronti del costruttore sin dall’inizio dei lavori. Questi controlli avrebbero portato a contravvenzioni per il costruttore, incluso il mancato uso della cintura di sicurezza e usura del pneumatico posteriore. L’ultimo episodio ha incluso un tentativo di privare l’uomo della patente.

Dopo la denuncia dell’imprenditore, sono state avviate le indagini da parte dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Lecce. Al termine delle indagini, il sostituto procuratore ha richiesto il rinvio a giudizio del comandante.

Come previsto, il processo si svolgerà con il rito abbreviato, su richiesta dello stesso imputato, che è fiducioso di poter dimostrare la sua innocenza in tempi brevi. In aula, come parte civile, sarà presente la persona offesa, rappresentata dall’avvocato Antonio Bolognese.

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