Nel referto di morte si parla di trombosi cerebrale.
Serviranno almeno 60 giorni per dare una conferma alla prima diagnosi di morte formulata dai medici dell’ospedale di Udine, capire se possa esserci qualche correlazione con il vaccino AstraZeneca somministrato al maresciallo maggiore dei carabinieri Emanuele Calligaris, se il militare avesse qualche patologia rilevante e se una diagnosi tempestiva avrebbe potuto salvare la vita al 46enne di Montegnacco.
Ieri la Procura di Udine ha conferito l’incarico al medico legale Antonello Cirnelli, che sarà affiancato dal professor Felice Esposito, neurochirurgo dell’università Federico II di Napoli. Come atto di garanzia è stato indagato per omicidio colposo in ambito sanitario il medico curante del carabiniere, Carlo Peano, 61 anni, originario di Tramonti di Sopra e medico di base a Treppo Grande, difeso dall’avvocato Federico Cechet, che ha nominato come proprio consulente il professore universitario Stefano D’Errico di Trieste. La famiglia Calligaris, tutelata dall’avvocato Roberto Mete, si è affidata al medico legale Giulio Lorenzini.
L’esame autoptico, sottoforma di riscontro diagnostico, era già stato effettuato dal servizio di Anatomia patologica dell’ospedale di Udine subito dopo il decesso del 46enne, avvenuto il 16 marzo in Terapia intensiva per emorragia cerebrale. L’esposto della famiglia Calligaris ha però bloccato l’attività ospedaliera. Ieri il medico legale Cirnelli e gli stessi consulenti di parte non hanno ritenuto di esperire ulteriori accertamenti, ma si incontreranno entro la settimana per esaminare i reperti. Il perito del sostituto procuratore Lucia Terzariol si è dato 60 giorni di tempo per depositare la sua relazione. La sezione di polizia giudiziaria nel frattempo ha acquisito la cartella clinica, nonchè la documentazione sanitaria presente nell’ambulatorio del medico curante di Calligaris e nell’infermeria del Comando Legione carabinieri di Udine.
Calligaris si era rivolto al medico di base il 12 marzo lamentando febbre a 38°. Gli era stata prescritta Tachipirina 1000 e vitamina C 1000. La notte il 14 e 15 marzo le sue condizioni si sono aggravate. Alla febbre si sono aggiunti un forte mal di testa e vomito, fino alla perdita di conoscenza.
Nel pomeriggio del 15 marzo sviene e, secondo quanto riferito dalla famiglia nell’esposto, quando viene visitato dal medico non è collaborativo. Peano lo trova disidratato e gli fa un’iniezione. Verso le 18 le condizioni di Calligaris precipitano e la famiglia si rivolge al 112 chiedendo l’invio di un’ambulanza. Gli operatori assicurano che sarebbero arrivati il prima possibile, ma le emergenze sono così tante che il mezzo di soccorso arriverà alle 21, tre ore dopo. Calligaris arriverà in ospedale a Udine in condizioni disperate. Una Tac evidenzierà la gravità della situazione: un’emorragia cerebrale. Nonostante il prodigarsi dei medici, il militare dell’Arma morirà l’indomani mattina senza più riprendere conoscenza. Era stato vaccinato il 4 marzo. Dopo il suo decesso l’Azienda ospedaliera universitaria Friuli Centrale aveva escluso correlazioni con il vaccino.
[sc name=”facebook” ]