Carabiniere in quiescenza massacrato di botte per un banale rimprovero: condannato

Carabiniere in quiescenza massacrato di botte

Carabiniere in quiescenza massacrato di botte solo per un banale rimprovero, è costato ad un 19enne una condanna a tre anni e due mesi. Il giovane, nato a Cittadella e residente a Tombolo fino alla sentenza di primo grado incensurato, ha dovuto anche risarcire la vittima con 10 mila euro. Inoltre deve stare lontano dal pensionato dell’Arma almeno 900 metri, ha l’obbligo di dimora a San Martino di Lupari e non può uscire di casa dalle 21 alle sette del mattino.

Accusato di lesioni gravi pluriaggravate, davanti al Gup ha detto di essere stato aggredito per primo, che si è difeso e che non voleva fargli del male: nessuna scusa, nemmeno attraverso una lettera, è però mai stata fatta recapitare al carabiniere in pensione. Attraverso il suo legale ha anche chiesto la messa alla prova, ma il giudice in accordo con il pubblico ministero, titolare delle indagini, gli ha negato questa possibilità.

Il rimprovero e l’aggressione al carabiniere

L’episodio risale alla sera del 9 marzo: alle 21.30 due ragazzi in auto e uno in bicicletta sono arrivati in via Garibaldi per raggiungere un locale. I tre hanno acquistato una pizza ciascuno e l’hanno mangiata all’esterno del locale. Poi, invece di gettare i cartoni vuoti nel cestino, li hanno abbandonati sulla strada, proprio davanti all’abitazione del 64enne.

Il carabiniere in pensione, esasperato, è uscito di casa e ha chiesto al 19enne di rimuovere quei cartoni. Uno di loro sembrava intenzionato a ripulire l’area, ma in realtà dopo poco si è diretto alla sua bici per andarsene. Il residente allora lo ha rimproverato «Socio, ti ho detto di raccogliere quella roba».

Una frazione di secondo e il ragazzo, che in quel momento gli dava le spalle, gli ha sferrato un pugno al volto colpendolo sull’arcata sopraccigliare destra. Il 64enne è caduto e ha perso i sensi. Quando si è ripreso ha sentito un forte dolore al piede sinistro.

Trascinandosi, a fatica, è rientrato in casa per avvisare la moglie. In un secondo momento in via Garibaldi è intervenuta un’ambulanza e una pattuglia dei carabinieri.

Il pensionato è stato ricoverato in ospedale a Cittadella, dove i medici lo hanno sottoposto a un intervento per ridurre la frattura di tibia e perone. Dimesso dopo tre giorni ha rimediato una prognosi di sessanta giorni. Secondo l’accusa il ragazzo, quando il carabiniere era svenuto, lo ha colpito con una serie di calci fino a spezzargli la gamba.

Il racconto

Il carabiniere in quiescenza Enzo Turcato aveva raccontato: «Mi ritengo fortunato che gli altri due amici si siano allontanati prima. Lecito pensare che sarebbe potuta essere un’aggressione ancora più violenta. Mi sono anche chiesto cosa sarebbe successo se avesse avuto un coltello.

Non si può perdonare un gesto del genere. Aggredito senza motivo e poi la volontà di fare del male, ancora violenza su una persona svenuta, come testimoniato da una persona che ringrazio per il senso civico e mostrano i video. Mi è saltato sulla gamba per farmi ancora più del male, consapevole che nessuno l’avrebbe scoperto».

Il 3 aprile del 2023 il carabiniere è stato premiato dal sindaco con una targa. Inciso: “Per il senso civico dimostrato e l’attenzione per il nostro territorio”. «Renzo non si è disinteressato del bene pubblico», aveva dichiarato il primo cittadino.

«Tanti mi hanno manifestato solidarietà e il sindaco che mi ha fatto sentire parte della comunità, grazie», aveva detto Turcato, ancora con le stampelle. L’iniziativa si era tenuta durante la seconda edizione di “San Martino in Sicurezza”, che riunisce forze dell’ordine, di sicurezza e soccorso, professionisti e volontari, per far conoscere la loro opera quotidiana.

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