Si segnò un’ora di straordinario in caserma, tra mezzanotte e l’una, dicendo di dover svolgere un servizio per motivi “improcrastinabili e urgenti”, ma in realtà, secondo l’accusa, si appartò con una donna per un rapporto sessuale. I fatti risalgono alla notte dell’11 gennaio 2017 e ora il giudice monocratico del tribunale di Ravenna ha condannato a 11 mesi il carabiniere, 50 anni. Era accusato di truffa, falso e “forzata consegna”.
Il militare, all’epoca appuntato in una stazione di Ravenna, ora lavora in un’altra regione. Il difensore, l’avvocato Enrico Ferri, una volta lette le motivazioni della sentenza, farà appello. “Il mio assistito – ha detto il legale – ritiene assolutamente di non essere responsabile dei reati, in ragione del fatto che ritiene provato di aver svolto e eseguito l’attività lavorativa per cui ha richiesto lo straordinario e di non aver fatto false attestazioni”.
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