Per lui la partita del sabato pomeriggio era qualcosa di più di un ritrovo con amici: era sacra. E ora che se ne è andato, a 49 anni, tutti i compagni di pallone si sentono più poveri.
Carabiniere in servizio al Nucleo anti sofisticazioni di Firenze, D’Arrigo si è spento nella notte tra mercoledì 9 marzo e giovedì 10 a causa di una grave malattia con la quale lottava da circa un anno.
Originario dell’Oltreserchio – abitava a Nozzano Castello – D’Arrigo aveva prestato servizio in Sardegna, a Tortolì prima di ritornare sul continente e stabilirsi a Firenze come specialista nel nucleo anti sofisticazioni. Carattere riservato, quanto generoso, non aveva mai reciso i contatti con gli amici di sempre e aveva portato avanti la sua grande passione per il calcio.
Ed è proprio la sua squadra, il “Gar amatori”, a volerlo ricordare: «Il calcio è lo sport delle amicizie, dello spogliatoio, dei contrasti e delle esultanze. Oggi il Gar, la nostra squadra amatoriale, ha perso il suo capitano Mirco, uno dei collanti che teneva compatta l’amicizia in campo e fuori; sempre con la voglia di giocare e di lottare, gentile ed educato, disponibile verso tutti. Mirco, non ti abbiamo mai visto senza sorriso, così ti ricordiamo con tutti i tuoi gol e rigori. Ci hai fatto stare bene. Vicini alla tua famiglia».
Commosso il ricordo dell’ex comandante della stazione di Lammari, che lo ha avuto in forza come carabiniere ausiliario nel 1993: «Mirco era un ragazzo straordinario e un militare di valore. Mi colpì subito per quell’educazione, quel rispetto, quell’affetto che aveva nei confronti di superiori e commilitoni e che è sempre più raro vedere ai giorni nostri.
Aveva 21 e ricordo sua mamma, una donna eccezionale, che lavorava in manifattura e mi omaggiava di qualche pacchetto di sigarette. Alla fine del suo percorso, vinse il concorso per maresciallo svolgendo servizio nella Ogliastra vicino Nuoro dove si distinse per generosità e spirito di servizio. Successivamente ha frequentato il corso per i Nas e ha prestato servizio a Firenze. Sino a qualche anno fa io e la mia famiglia siamo rimasti in contatto. Sono affranto: porterò Mirco per sempre nel cuore».