Il surreale dialogo tra Franca Caffa, 94 anni, al corteo pro Palestina a Milano e un carabiniere in servizio: «Il Presidente Mattarella cosa ha detto?» – domanda la donna all’agente in divisa. «Con tutto il rispetto, signora, non è il mio Presidente» – risponde il militare aggiungendo: «Io non l’ho votato, non l’ho scelto, non lo riconosco».
Franca Caffa è una storica attivista che da anni lotta per il diritto alla casa e contro il degrado delle case popolari.
L’Arma interviene sulla vicenda
Sulla vicenda è intervenuta anche l’Arma che in una nota spiega: « Con riferimento ai contenuti di un video che circola sui social media e siti d’informazione riportante uno scambio di battute tra una manifestante e un carabiniere impegnato in un servizio di ordine pubblico nel corso di un corteo svoltosi a Milano lo scorso sabato, è stata già informata l’Autorità Giudiziaria Ordinaria e quella Militare, e nei confronti del militare, con immediatezza, saranno tempestivamente adottati tutti i provvedimenti necessari, sia di natura disciplinare sia d’impiego, trasferendolo in incarico non operativo»
La manifestante: ‘Sconcertata dalle parole del carabiniere’
E’ rimasta “sconcertata” Franca Caffa quando il carabiniere, a cui si era rivolta durante la manifestazione pro Palestina di sabato scorso a Milano, le ha detto che “Mattarella non è il mio presidente”: “Perché si è azzardato a dire così? Anche se non è d’accordo nel modo di Mattarella di fare il presidente, e questo è legittimo, resta il fatto che è il presidente di tutti”, spiega all’ANSA l’ex consigliera comunale del Prc, classe 1929, fondatrice del comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti, che a Sant’Ambrogio ha ricevuto dal comune l’attestato di Civica benemerenza.
In piazza è scesa perché “si tratta di volere politiche giuste”, anche “in coerenza con la tragica vicenda della persecuzione degli ebrei” che ora “non va ripetuta a danno dei palestinesi. Nel giorno della memoria, siamo coerenti con la memoria: basta persecuzioni”. Per questo assicura che sarà in corteo anche sabato prossimo e per questo il 27 gennaio si è messa in prima fila davanti al cordone delle forze dell’ordine e ha iniziato a parlare con loro.
“Ho stabilito un certo rapporto con loro, di colloquio. Ho pensato che si potesse parlare e provare a ragionare. E credo che abbia funzionato. Ho persino accarezzato uno di loro”, dice sottolineando che “uno solo” le ha risposto prendendo le distanze dal Capo dello Stato. “Mi dispiace per quell’uomo – conclude senza commentare il suo trasferimento annunciato dall’Arma – Forse il mio modo di propormi per un colloquio aperto gli ha fatto effetto”.
Mi dispiace molto per il maresciallo, le parole pronunciate in quella circostanza non devono essere considerate come una sua dichiarazione contro il Presidente. Io credo a quanto ha affermato. Spero che Mattarella interceda per lui . Gli sono vicino.