Non passa giorno che l’istituto di pena San Giorgio finisca nell’occhio del ciclone per episodi che coinvolgono i detenuti protagonisti di azioni di danneggiamento all’interno delle celle oppure di violenza nei confronti dei pochi agenti di Polizia penitenziaria in servizio. Anche venerdì, come accaduto 72 ore prima, due gravi fatti di cronaca hanno visto protagonisti i soliti carcerati – in prevalenza immigrati nordafricani con condanne per spaccio di stupefacenti oppure affetti da problemi psichiatrici e che non trovano posto in altre strutture idonee (in Italia ci sono poco più di seicento posti alle Rems, le nuove residenze sanitarie destinate a ospitare malati psichiatrici) – con un agente finito al pronto soccorso dell’ospedale.
I fatti. Un detenuto extracomunitario riottoso a rispettare la disciplina dopo aver avuto un diverbio con un agente della penitenziaria improvvisamente gli ha lanciato uno specchio, di quelli in dotazione agli ospiti della casa circondariale, colpendolo in pieno volto. Lo specchio si è rotto proprio a pochi millimetri da un occhio con qualche scheggia di vetro che potrebbe essere finita all’interno del bulbo oculare. Il poliziotto è finito al pronto soccorso e attualmente è a casa a riposo.
Nel pomeriggio invece, poco dopo le 15 durante l’ora di passeggio, due fratelli immigrati – detenuti per spaccio di droga e tra i rivoltosi della sezione tre dell’istituto di pena che si erano già messi in mostra per i danneggiamenti nelle celle con allagamenti e suppellettili dati alle fiamme – si sono rifiutati di entrare nella loro stanza perché pretendevano di essere trasferiti in altra sezione dove vige un regime più attenuato con celle aperte. Nonostante le guardie carcerarie abbiano cercato di spiegare che quella richiesta non poteva essere soddisfatta, i due fratelli si sono impossessati materialmente della sezione. Uno di loro ha srotolato l’idrante e ha aperto l’acqua dell’impianto collegato non alla rete dell’acquedotto, ma a quella in uso ai pompieri quindi con una potenza molto maggiore. Con quell’idrante ha iniziato ad allagare la sezione dirigendo il getto dell’acqua verso il personale del San Giorgio che ha avuto difficoltà a intervenire per fermare i riottosi. Soltanto dopo una lunga ed estenuante mediazione i due detenuti si sono calmati e la situazione è tornata alla normalità.
I provvedimenti. Come accaduto tre giorni fa anche in questa circostanza è stato deciso l’allontanamento dal penitenziario di Lucca di due dei rivoltosi. Uno è stato trasferito nel carcere Don Bosco di Pisa, l’altro, nel tardo pomeriggio, nella casa circondariale di Perugia. Certo è che l’organico della polizia penitenziaria ridotto all’osso non agevola la soluzione dei problemi nonostante gli agenti in servizio con spirito di sacrificio cerchino di far fronte alla situazione con detenuti facinorosi che rischiano di prendere il sopravvento visto che, a fronte di cento persone ristrette in custodia cautelare, anche l’altra sera c’erano soltanto quattro agenti di Polizia penitenziaria.
E non mancano gli interventi degli organismi sindacali e delle forze politiche. Giuseppe Proietti Consalvi, vice segretario generale Organizzazione Sindacale Autonoma della polizia penitenziaria), chiede un intervento dell’amministrazione penitenziaria: «Ormai sono mesi che chiediamo un dovuto intervento, sia per un incremento di unità di polizia penitenziaria, che per allontanare i detenuti facinorosi dal carcere di Lucca. Nonostante le varie segnalazioni nessun intervento decisivo è stato posto in essere». I due esponenti di Fratelli d’Italia – il consigliere regionale Vittorio Fantozzi e il capo gruppo comunale di Lucca, Marco Martinelli – sostengono che il penitenziario San Giorgio è una struttura inadeguata e s’impegneranno a sollecitare le istituzioni: «Il personale è costretto a lavorare in condizioni inaccettabili, senza alcuna garanzia di sicurezza. Al carcere di Lucca si continuano ad assegnare detenuti pericolosi in barba alla carenza di spazi e personale».