Era la mascotte del carcere di Tempio e si chiamava Fulmine. Un cane simpatico e intelligente, arrivato nell’istituto di alta sicurezza da trovatello e adottato subito dalla Polizia penitenziaria.
Un amico per gli agenti sino al 2019, quando Fulmine è stato investito, intenzionalmente secondo la Procura di Tempio, e ucciso nel cortile del carcere. La comandante della Polizia penitenziaria, Maria Elena Mariotti, si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Cinzia Tirozzi, contro il presunto responsabile dell’uccisione di Fulmine, l’autista di un furgone entrato per ragioni di lavoro nel penitenziario.
Anche la Lida, rappresentata dall’avvocato Mauro Muzzu, è parte civile nel procedimento.
Le contestazioni del pm Gianmarco Vargiu sono pesanti. La Polizia penitenziaria ha fornito alla Procura di Tempio delle immagini che documentano i fatti. Il furgone, stando alla tesi del pm, cambia direzione non per schivare Fulmine, ma per travolgerlo. Quindi si tratta di una condotta del tutto intenzionale.
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