Avrebbero favorito il clan Cutolo che fa affari illeciti nel quartiere Fuorigrotta di Napoli: è una delle accuse che la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli contesta a due carabinieri, arrestati dai colleghi del comando provinciale stamattina al termine di un’indagine più ampia, coordinata dal procuratore aggiunto Rosa Volpe.
M. C., 46 anni, è stato rinchiuso in carcere; W. I., 49 anni, è invece ai domiciliari. In carcere è finito anche G. D. C., ritenuto legato al clan Longobardi-Beneduce, a cui la Dda contesta il ruolo di esponente di vertice dell’organizzazione camorristica nella zona di Bagnoli.
All’epoca dei fatti contestati (inizio 2019) Cinque ha prestato servizio presso la compagnia dei carabinieri di Bagnoli mentre Intilla lavorava presso il nucleo operativo e eadiomobile – sezione operativa, del reparto territoriale dei carabinieri di Mondragone. Tra gli indagati figura anche G. C. (collaboratore di giustizia, ndr), ritenuto dagli inquirenti il reggente del clan Cutolo del Rione Traiano di Napoli.
[sc name=”pubblicit” ][/sc]I Carabinieri sono accusati, tra l’altro, di avere rivelato informazioni coperte da segreto, come l’esistenza di indagini. Tra i reati si contesta, tra l’altro, la detenzione di cocaina di cui si sarebbero appropriati illegalmente, secondo il giudice abusando dei loro poteri, a Castel Volturno introducendosi nell’abitazione di alcuni spacciatori extracomunitari.
A indagare sulla vicenda che vede coinvolti anche i due carabinieri sono stati i militari del nucleo investigativo di Napoli.