Nuova identità, nuova casa in una località segreta e anche un cospicuo “stipendio” erogato dallo Stato: è questo che attende il boss Giovanni Brusca dopo 25 anni di carcere. Il mafioso che ha azionato il telecomando di Capaci, provocando la morte di Giovanni Falcone, della moglie e degli agenti di scorta, dopo la scarcerazione era “frastornato” e – come riporta il Messaggero – ha contattato il suo avvocato Antonella Cassandro, per ringraziarla del lavoro svolto. Poi è sparito.
I termini dell’accordo che Brusca ha firmato prima di lasciare Rebibbia prevedono anche che il boss rispetti regole precise. Innanzitutto sarà sottoposto al regime di libertà vigilata e probabilmente anche all’obbligo di dimora, nel luogo segreto dove adesso risiede. E ovviamente non dovrà tornare a delinquere. Per quanto riguarda l’indennità, invece, già in carcere – a partire dal 2000 – il collaboratore di giustizia percepiva un piccolo stipendio per provvedere alla famiglia. Un mantenimento garantito dallo Stato anche adesso che è libero. In genere – come fa sapere il Messaggero – l’indennità per i collaboratori di giustizia varia tra i 1000 e i 1500 euro la mese. Ai quali vanno aggiunti altri 500 euro per ogni familiare a carico.
In realtà però Brusca, 63 anni, è solo: ha divorziato dalla moglie mentre si trovava in carcere e il figlio, nato da questa relazione, è ormai adulto. In ogni caso, al pentito potrebbero essere garantiti, oltre all’affitto e alle spese mediche, anche altri benefit inclusi nel programma di protezione. La rinuncia a tale programma e quindi a vantaggi economici, invece, prevederebbe comunque una sorta di liquidazione.
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