Blitz dei carabinieri nel vibonese contro la ‘ndrangheta, 61 fermi

Carabiniere
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I carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, con il coordinamento della Dda di Catanzaro, hanno eseguito nella provincia di Vibo e in altre zone del territorio nazionale, 61 fermi in una vasta operazione contro la ‘ndrangheta, con l’impiego di oltre 500 militari.

Nell’inchiesta sono indagate complessivamente 167 persone tra le quali – in stato di libertà – l’ex presidente della provincia di Vibo e ex sindaco di Briatico Andrea Niglia per una presunta truffa aggravata dal metodo mafioso.

Una “mappatura” della “geografia” della ‘ndrangheta nei comuni del Vibonese di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti, con la ricostruzione di ruoli, compiti e dinamiche di capi, promotori, organizzatori e partecipi delle associazioni mafiose, con l’evidenziazione della loro forte vocazione economico-imprenditoriale e la capacità di intessere fluidi rapporti con colletti bianchi, esponenti politici e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni.

E’ quella fatta dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, con il coordinamento della Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, che stamani hanno eseguito 61 fermi. Nell’inchiesta, denominata “Maestrale – Carthago”, sono indagate complessivamente 167 persone, delle quali 33 già detenute per altra causa. L’operazione è stata portata a termine, oltre che nel Vibonese, in Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, dai carabinieri di Vibo con il supporto di oltre 500 uomini della Legione Calabria, dei comandi territorialmente competenti, del 14mo Battaglione, dei Cacciatori di “Calabria”, “Sicilia” e “Puglia”, del Nucleo cinofili e dell’ottavo Nucleo elicotteri di Vibo Valentia.

Le accuse ipotizzate, a vario titolo, sono associazione di tipo, scambio elettorale politico mafioso, violazione della normativa sulle armi, traffico di stupefacenti, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, favoreggiamento personale, procurata inosservanza della pena e falso ideologico, il tutto aggravato dal metodo mafioso.

In particolare è stata accertata la piena operatività sul territorio provinciale delle strutture di ‘ndrangheta della “Locale di Zungri” con le ‘ndrine di “Cessaniti” e “Briatico” e della “Locale di Mileto” con le ‘ndrine di “Paravati”, “Comparni”, “Calabrò” e “San Giovanni”, entrambe riconosciute dal “Crimine di Polsi” e soggette alle regole formali e sostanziali della ‘ndrangheta unitaria con accertati collegamenti con le famiglie della Piana di Gioia Tauro. ANSA

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