A dare l’allarme sono i vicini di casa. Vedono uno dei due bimbi affacciato al balcone al secondo piano della palazzina a Marina di Carrara, che piange e chiama la mamma. Un minuto, due, tre, cinque e capiscono che o quel piccolo è solo o è successo qualcosa dentro quell’abitazione. Così chiamano i carabinieri.
Intervengono in un lampo gli uomini del nucleo radiomobile che, dopo aver ascoltato i vicini, si dividono. Secondo i testimoni, in casa non ci sono adulti. Così un carabiniere rimane in strada ad aspettare i vigili del fuoco che avrebbero dovuto sfondare la porta, mentre l’altro sale al secondo piano. Suona al campanello. Nessuno risponde. Risuona. Ancora nulla. Il piccolo – ha quattro anni, si scoprirà dopo – almeno si distrae e si allontana dal balcone da dove sarebbe potuto cadere. Forse pensa che alla porta ci sia la mamma e si avvicina.
L’altro militare intanto cerca notizie sulla famiglia del piccolo. Chi sono e soprattutto dove sono. E, proprio mentre fa domande, arriva la donna avvisata da uno degli inquilini della palazzina. È una 36enne che ai carabiniere dirà di essere uscita per fare commissioni. Peccato che, dentro quella casa, oltre al figlio di quattro anni, ce ne sia un’altra di appena due mesi che sta dormendo in un’altra stanza. Anche in pochi minuti, con due bimbi piccoli tutto può succedere.
«La donna, dopo aver aperto la porta di casa e consolato il figlio ancora in lacrime – si legge in una nota dell’Arma–, si è giustificata dicendo di essere uscita soltanto per ritirare dei farmaci da una sua amica, poi prima di rincasare si era fermata un attimo presso una rivendita di tabacchi poco distante».
La sua versione però non convince i militari, dal momento che dal primo intervento dei carabinieri fino al momento in cui la donna è tornata a casa, trascorrono più di venti minuti. Troppi per le commissioni che doveva fare e comunque troppi per lasciare due figli così piccoli da soli.
Acquisite le testimonianze di chi aveva assistito alle varie fasi dell’intervento, i carabinieri di Carrara, guidati dal maggiore Cristiano Marella, hanno denunciato la 36enne per abbandono di minori, informando dell’accaduto anche il tribunale per i minorenni di Genova.