I comportamenti violenti sono stati documentati in una struttura di Vanzago. L’attività investigativa trae origine dalle segnalazioni di alcune studentesse di un istituto scolastico di Rho che avevano svolto uno stage nell’istituto
Bambini “sbattuti a terra”. O, ancora, “colpiti con palline o altri oggetti” per “farli cadere” a terra “per scherno”. Sono solo alcuni degli episodi di maltrattamento che i carabinieri di Legnano hanno documentato nel corso di un’indagine su un asilo nido di Vanzago, nel Milanese. I bimbi, secondo quanto ricostruito, hanno subìto per mesi i comportamenti violenti di cinque maestre e della titolare dell’istituto. Il tribunale di Milano ha emesso nei loro confronti una “misura cautelare personale dell’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria” oltre a vietare loro l’esercizio della professione. Le donne, tutte italiane, di età compresa tra i 26 e i 43 anni, sono ritenute responsabili di “reiterati maltrattamenti nei confronti dei bambini ospiti della struttura”, quali strattoni, schiaffi, spinte e derisioni.
L’attività investigativa è iniziata grazie alle segnalazioni di alcune studentesse di un istituto scolastico di Rho. Le giovani, la scorsa primavera, hanno svolto uno stage nell’asilo oggetto dell’indagine, riferendo alle proprie docenti di aver assistito ad alcuni “episodi di violenza fisica e verbale ai danni dei bambini”. Il dirigente scolastico si è quindi rivolto ai carabinieri.
Le testimonianze e le attività tecniche “hanno permesso di accertare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in relazione agli episodi segnalati nei confronti delle indagate”. Secondo quanto riportato da una nota dei carabinieri, le accusate “urlavano contro i bambini, usando anche espressioni scurrili; li sbattevano per terra per costringerli a stare seduti o li svegliavano mettendoli in piedi sollevandoli bruscamente dai fianchi”. Oppure, contro alcuni dei più piccoli che “avevano appena imparato a camminare, lanciavano palline o altri oggetti facendoli cadere per scherno”. Alcuni bambini, anche a causa del fatto che la struttura accettava troppe iscrizioni, “venivano messi a dormire nei bagni o su materassi nel salone, talvolta completamente avvolti nelle coperte fin sopra alla testa. Se in preda al pianto, venivano ignorati anche per mezz’ora o chiusi nella stanza della nanna”, si legge nella nota dei carabinieri.
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