Andranno a processo con rito abbreviato i due carabinieri accusati di stalking, falso e abuso d’ufficio per aver vessato per un anno e mezzo un avvocato bolognese. Il gup ha accolto la richiesta degli indagati di accedere alla messa alla prova per il reato di abuso d’ufficio, e al rito alternativo, quindi con sconto di pena in caso di condanna, per lo stalking e il falso commesso da pubblico ufficiale.
Le vessazioni
La vicenda era scoppiata a novembre 2019, quando i due, marescialli di lungo corso, furono perquisiti dai loro stessi colleghi nelle caserme che comandavano. La vittima ha denunciato di essere stato tormentato dai due militari, che conosceva, per più di un anno e mezzo con telefonate anonime nel cuore della notte, citofonate, ripetute consegne di pizze a domicilio e persino l’iscrizione a sua insaputa a un’agenzia matrimoniale. Quando l’avvocato esausto decisa di denunciare si rivolse proprio ai due carabinieri che conosceva ma questi, secondo l’accusa, prima avrebbero cercato di dissuaderlo facendogli omettere alcuni episodi, poi avrebbero inviato un’informativa falsa in Procura.
L’Arma ha disposto nei loro confronti la sospensione disciplinare di sei mesi dal servizio, confermata dal Tar al quale le difese avevano fatto ricorso. Nel frattempo uno di loro è stato trasferito in Campania mentre l’altro non è ancora rientrato in servizio. Adesso andranno a processo, con rito abbreviato, il 24 novembre, ma, se il giudice accoglierà il programma di messa alla prova che dovrà essere presentato entro ottobre, per estinguere il reato di abuso d’ufficio dovranno svolgere anche un periodo di servizi sociali. Gli imputati si sono sempre difesi parlando di episodi di goliardia, ma la Procura ha depositato il contenuto delle chat estrapolate dai loro telefoni che confermerebbe l’accanimento nei confronti della vittima. Per le difese, si sarebbe trattato solo di molestie e non di stalking, ma il gup non ha derubricato il reato.