In un momento tanto delicato per la vita dei carabinieri, in cui le Forze Armate sono sottoposte a sacrifici personali per intervenire in un conflitto e con un’inflazione schizzata alle stelle per la crisi economica, troviamo assurdo che il Comando generale dell’Arma dei carabinieri ponga un parere affinché il personale paghi una quota più elevata per la propria adesione alle OO.SS.
Unarma giudica questa scelta incomprensibile, in quanto lede il diritto di libera associazione sindacale delle Forze Armate, rendendo la decisione più complicata in un periodo particolarmente dispendioso per tante famiglie: se il carabiniere sceglie di iscriversi a un sindacato per la tutela dei propri interessi di lavoro, non riteniamo opportuno debba sborsare più di quanto faccia già ora.
Unarma ci tiene a ricordare che esistono dei decreti attuativi che stabiliscono come procedere in tali situazioni e che non rendono necessario uniformarsi alle quote prelevate dai sindacati delle Forze di polizia a ordinamento civile. Più di tutto, non comprendiamo il perché alcuni argomenti, come la questione delle magliette “polo” per le uniformi estive, negate ai carabinieri, non vengano presi in considerazioni, mentre altri siano adottati obbligatoriamente, costringendo il personale dell’Arma ad adeguarsi alle scelte delle Forze di Polizia.
Sottolineiamo inoltre che i decreti discendenti dalla legge in materia di APCSM (Tavolo tecnico interforze SMD. Bozza DM “Deleghe” ex art. 7, co. 4, Legge n. 46 del 2022) stabiliscono precisamente come intervenire sul versamento delle quote sindacali.
Per questo motivo riteniamo imprescindibile che i militari iscritti non vengano appesantiti da ulteriori oneri sindacali, perché non farebbero altro che aggravare la loro situazione economica. Non comprendiamo infine come si possa “gongolare” sul fatto che le proposte vergate dal Comando generale siano state approvate da chi è deputato a emettere decreti.
13 luglio 2022 UNARMA COMUNICAZIONE