Lettera aperta di Roberto Di Stefano – Segretario generale aggiunto Nuovo Sindacato Carabinieri
Ho visto l’intervento del Generale Luzi presso la Commissione Difesa della Camera con molta attenzione. Sono stato piacevolmente impressionato dal taglio sindacale che il Comandante Generale ha messo in molti punti del suo discorso, sicuramente frutto delle influenze degli interventi dei sindacati autonomi, come è il Nuovo Sindacato Carabinieri, mirati alla necessita di ascoltare tutti e di incontrare l’Arma del territorio per comprenderne le esigenze e dargli forza (come ha anche invitato a fare ai membri della Commissione).
Voglio contribuire ai temi che ha evidenziato, permettendomi di contribuire alle intenzioni di dialogo espresse dal generale. Dividerò la lettera per temi e secondo anche gli spunti che raccogliamo dai Carabinieri, attraverso la ramificata e nazionale struttura di NSC.
Legge sulla sindacalizzazione
Lei ha parlato che incontrerà i sindacati per parlare dei valori istituzionali e di servizio. Ancora una volta sfugge il fatto che con i sindacati si deve parlare di tutela dei diritti. I valori che lei menziona sono già insiti in ognuno di noi, quotidianamente dedicati al servizio delle Comunità. Chiaramente parlo per i dirigenti di NSC che effettuano il loro impegno sindacale esclusivamente al di fuori del servizi. Si dovrebbe cominciare a cambiare i discorsi istituzionali, nonché la narrativa che viene raccontata nei reparti di istruzione, perchè i sindacati sono una parte sociale terza alla quale è richiesta la tutela dei diritti e della sicurezza dei Lavoratori (i Carabinieri) e non il benessere delle istituzioni; a quello ci pensiamo con intensità e dedizione quando indossiamo i pantaloni con la banda rossa, tutti i giorni, Se poi la serenità provocata da un corretto accoglimento delle istanze sindacali produce un effetto volano anche nella efficienza della istituzione, questa è quella che si chiama una “win-win situation”. Tralascio la confusione imperante sul concetto di rappresentatività e su quello di attività sindacale, semplice sulla carta ma sembra difficile da acquisire.
Arruolamento
Proprio per le ragioni che ha elencato e per garantire il normale progresso di esperienza e di sopportabilità delle situazioni più difficili, logistiche e operative, bisogna al più presto invertire la percentuale di arruolamenti dalle FFAA, attualmente secondo quanto da lei detto al 70%,, e tornare presto a ricreare un vero turn over. L’allungamento del percorso lavorativo dai 25 anni ai 40 (e nel futuro tendente a numeri superiori) fa capire quanto sia importante creare insieme al progresso professionale anche una cornice che consenta di alimentare la serenità e quindi la passione necessaria per non far diminuire l’attaccamento alla istituzione.
Indennità
Senza dimenticare che un’ora di straordinario vale 8 euro nette, ha fatto benissimo a parlare della disomogeneità di trattamento economico tra chi fa servizio come FFAA e chi lo fa da Forza dell’Ordine nel campo della missione “strade sicure”. Suona altrettanto insolito che anche tra le FFPP ci siano differenze di trattamento. E’ giusto considerare la diversa struttura del servizio territoriale tra l’Arma e la Polizia di Stato, ma per esempio la assegnazione delle indennità notturne e festive per il servizio di controllo del territorio prevede assegnazioni del beneficio in maniera più limitante per i Carabinieri. Pensiamo per esempio a quei militari dei nuclei operativi o investigativi che, sebbene possano essere a disposizione delle centrali operative per il controllo del territorio, non ricevono la stessa indennità (articolo 16 e 46 DPR 57/2022) o nel caso, ancora più grave, dei militari che se cominciano il servizio prima delle 18, ma comunque entrano con almeno tre ore nella fascia 18:00/21:59, non percepiscono l’indennità serale.
Formazione e risorse umane
Interessante che si dica che ci sia una formazione costante nel tempo ma sinceramente quello che riceviamo dal territorio e da diversi reparti non coincide con quanto asserito. Inoltre ci sono Carabinieri che, fuori dal servizio e impegnando giorni liberi, si impegnano a migliorare le loro competenze attraverso corsi (anche riconosciuti dal MIUR) ma che vedono le loro richiesta di trascrizione negate sulla scorta che gli stessi corsi sarebbero effettuati dall’Arma. Ma a chi? Non tutti i Carabinieri hanno accesso a questi corsi; bisogna modificare le attuali disposizioni e trascrivere qualsiasi titolo acquisito da istituti certificati perchè la formazione, anche se privata, permetterebbe una crescita di un panorama più ricco da gestire in termini di risorse umane. Ma anche questo valore essenziale di qualsiasi organizzazione, le risorse umane, è un concetto da rivedere ed estendere. Per esempio, con il sistema di trasferimenti GETRA si potrebbero non solo riempire le vacanze organiche individuate, ma attraverso uno studio comparato sulle richieste non accolte, si potrebbero evidenziare esigenze compatibili con degli ulteriori scambi diretti, allargando la platea dell’accoglimento delle richieste.
Tra l’altro è tempo che l’accesso ai posti vacanti sia organizzato in trasparenza e accessibile a tutti per consentire l’individuazione dei candidati in maniera oggettiva, attraverso parametri stabiliti e fissati per termini lunghi. Come dovrebbe essere anche per i concorsi e le interpellanze, specialmente quelle per l’estero (chiaramente con regole fatte insieme ai sindacati e con la nostra vigilanza sulla applicazione delle stesse). Sempre nella intenzione di nutrire il miglioramento culturale e professionale dei Carabinieri, sarebbe opportuno prevedere una “Carta del Carabiniere” alla stregua di quella già normata per gli Studenti, mirata alla concessione e utilizzo di una determinata somma per l’acquisto di testi, hardware e software, frequenza corsi e master, o per qualsiasi attività individuata e specifica per la nostra formazione.
Salto il tema del disagio, dello stress e di quello che ne può conseguire, ma continuiamo ad organizzare convegni e webinar per informare i Colleghi al meglio e seguiteremo a produrre documenti alla attenzione dei vertici, attualmente nessuno è soddisfatto dell’approccio al fenomeno, che deve essere partecipato (non ci stancheremo mai di dirlo).
Potrei dilungarmi visto i numerosi contributi ricevuti dalle nostre segreterie, ma comprendiamo che cambiare e migliorarsi costituisce un processo lungo, ma ormai necessario e non più procrastinabile. Il Nuovo Sindacato Carabinieri e gli altri sindacati autonomi sono pronti a contribuire, l’incontro nei prossimi giorni aiuta, ma cerchiamo di aumentarne il numero e su tavoli specifici.
Cordiali saluti,
Roberto Di Stefano – Segretario generale aggiunto NSC