Attacco No Tav, i sindacati: pallottole di gomma alle Forze di Polizia e leggi sul terrorismo di piazza

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Il ferimento degli agenti, avvenuto ieri nel corso di un attacco al cantiere Tav di Chiomonte da parte di antagonisti che lanciavano pietre e bombe carta, ha provocato molteplici reazioni politiche e sindacali.

I rappresentanti della polizia invocano leggi più dure per reprimere le violenze di piazza. Walter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp Polizia, chiede che la polizia venga dotata di proiettili di gomma e che venga instaurata una legge sul “terrorismo di piazza” «che in questa come in altre situazioni vada a snidare e reprimere azioni perpetrate contro lo Stato ma subdolamente “travestite” da proteste che in nessun caso possono essere ammesse». In passato già un’altra azione dei No Tav era stata perseguita dalla procura di Torino con l’accusa di terrorismo, ipotesi però bocciata in tutti e tre i gradi di giudizio.

Per il Sap «è un miracolo che non ci sia scappato il morto» mentre il Consap chiede l’intervento del Capo della polizia e armamenti più adatti a una guerriglia che ormai si è spostata nei boschi: «Quella di ieri è stata una Caporetto – ha dichiarato il sindacato – con i manifestanti che hanno violato il fortino delle Forze di Polizia, distrutto mezzi e attentato alla vita di almeno un uomo in divisa». Per il segretario generale del Coisp, Domenico Pianese, «bisogna annientare questa organizzazione terroristica». Per Enzo Letizia, segretario nazionale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia «bisogna prendere atto che i violenti non sono un gruppo di infiltrati all’interno del movimento ma un tratto caratteristico dello stesso».Solidarietà ai poliziotti è giunta dal mondo politico.

Per il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, «chi rispetta la propria terra, non la danneggia». Per Cirio «chi rispetta la democrazia non calpesta il diritto di esprimere le proprie idee, di manifestare, trasformandolo in guerriglia». Sulla stessa linea la sindaca di Torino, Chiara Appendino: «”Manifestare, protestare, contestare, sono azioni sempre legittime e da tutelare in democrazia. La violenza invece no, non può e non deve trovare spazio. Esprimo ferma condanna per i violenti attacchi alle Forze dell’Ordine avvenuti in Val Susa».

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Per Stefano Lo Russo, candidato a sindaco di Torino per il centrosinistra «il diritto di manifestare il proprio dissenso non può sfociare in violenza, in Val di Susa assistiamo a una modalità di protesta inaccettabile». Per il suo rivale Paolo Damilano, candidato del centrodestra, l’azione di ieri è stata uno schiaffo allo Stato. «Lotterò sempre perché chi ha idee diverse dalla mia possa esprimere la propria opinione, ma tutto deve avvenire nel rispetto degli altri e senza violenza».

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