Artiglieria contraerea e mezzi per l’inverno: in arrivo il sesto decreto per le armi italiane all’Ucraina

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Il ministro Crosetto definisce il provvedimento “giusto e dovuto, come lo sono stati gli altr per non perdere il contatto con i nostri alleati internazionali”

Un sesto decreto si profila all’orizzonte per sostenere l’Ucraina in una delle fasi più dure della guerra, con l’arrivo dell’inverno. Nuove richieste di armi potrebbero infatti arrivare nelle prossime settimane dal governo di Kiev, alle prese con i bombardamenti alle infrastrutture del Paese. E stavolta nella lista bellica con mittente italiano potrebbero finire sistemi di artiglieria per la difesa aerea.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista ad Avvenire afferma che “in una fase così complessa come quella che stiamo vivendo la sola cosa che non possiamo fare è perdere il contatto con i nostri alleati internazionali, la Ue e l’alleanza atlantica e dunque c’è un solo modo di muoversi e di decidere”. Il sesto decreto, aggiunge quindi Crosetto, sarebbe quindi un provvedimento “giusto e dovuto, come lo sono stati gli altri”.

Le priorità militari per fronteggiare la Russia, in questa fase sembrano includere meno mezzi di terra e più sistemi di difesa aerea e antimissilistica, capaci di coprire distanze per molti chilometri.

Si tratterebbe comunque di armi missilistiche terra-aria con elevata mobilità tattica, con un rapido schieramento di una unità di fuoco. Insomma, artiglieria utile a contrastare i continui attacchi dal cielo, che si sono intensificati in tutta l’Ucraina danneggiando le risorse energetiche del territorio, da quelle idriche a quelle elettriche.

Nel frattempo procede nel rispetto dei tempi concordati la fornitura prevista quinto decreto di aiuti militari siglato lo scorso 7 ottobre. Anche se il provvedimento – così come tutti gli altri – è secretato, l’Italia potrebbe aver fornito lanciarazzi multipli e cannoni semoventi.

Ora c’è la disponibilità a valutare eventuali ulteriori richieste che la Difesa ucraina potrebbe avanzare in relazione alle proprie esigenze operative o logistiche: un concetto ribadito dallo stesso Crosetto due giorni fa in un colloquio in video conferenza con il suo omologo ucraino, Oleksij Reznikov.

“L’Italia – aveva detto il ministro della Difesa – continuerà a sostenere con convinzione e determinazione l’Ucraina e le sue Forze Armate. Siamo e saremo pronti a proseguire il nostro sforzo”. Sulla stessa linea il Capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, fornisce una visione più ampia: “Dobbiamo concepire lo sviluppo della Difesa Europa come un arricchimento, in una prospettiva di integrazione con l’Alleanza atlantica.

È il tempo di creare deterrenza che scoraggi le minacce del domani, occorrono scelte coraggiose e servirà far circolare le conoscenze tecnologiche degli alleati. La deterrenza militare è il presidio della pace”, ha detto a Bari durante la cerimonia per il 4 Novembre.

Con il conflitto alle porte dell’Europa, la minaccia non è solo quella bellica di questi mesi. Secondo Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, “questa guerra causerà tanti morti anche negli anni a venire, non solo per le emissioni e per l’uranio impoverito, ma soprattutto per la dispersione di miliardi di fibre di amianto dovuta alla distruzione degli edifici realizzati con l’asbesto che l’Ucraina ha vietato soltanto nel 2020.

A distanza di anni dalla guerra si inizieranno a contare altre vittime, considerando che le malattie causate dall’amianto possono avere tempi di latenza anche di cinquant’anni”.

huffingtonpost.it

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