Una donna di 31 anni, rom di origini croate, per quattro lustri è riuscita a non finire dietro le sbarre grazie al metodo della gravidanza strumentale. Così come Sofia Loren nel celebre film “Ieri, oggi e domani” del 1963, la ragazza programmava le sue gravidanze per evitare l’arresto.
Una vera e propria galleria di attività illecite che comprendevano pure la truffa, anche se il core business era quello del borseggio e delle rapine messe a segno nelle metropolitana di Roma e di Milano. In oltre venti anni di “carriera” la donna ha messo a segno 148 reati e solo pochi giorni di carcere.
Arresta borseggiatrice: Deve scontare un residuo di circa 30 anni
Il suo modus operandi non lasciava nulla al caso, ma oggi per lei sono scattate le manette. I carabinieri della compagnia di Pomezia e della stazione di Tor de Cenci, su mandato della Procura della Capitale, l’hanno arrestata nel campo nomadi di Castel Romano, dove era domiciliata, e l’hanno trasferita nella sezione femminile del penitenziario di Rebibbia. La trentunenne deve, infatti, scontare un residuo pene pari a circa 30 anni di reclusione.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti l’attività criminale della donna è iniziata nel 2004, quando era ancora minorenne: i primi colpi, scippi con destrezza, nella metro di Roma. Con il passare degli anni la decisione di allargare il raggio di azione anche in altre parti d’Italia e in particolare nel capoluogo meneghino e a Brescia.
Proprio a Milano, nel settembre del 2019, quando aveva 26 anni, la donna venne fermata dalla polizia e arrestata. La detenzione però durò pochissimo: la donna, infatti, tornò libera poco dopo, ottenendo il differimento della pena perché incinta e pronta al parto.
La sua attività criminale è proseguita negli anni: borseggiatrice seriale e vero incubo per i passeggeri di metropolitane e mezzi pubblici. Anche l’attività di inquirenti e giudici non si è, però, fermata. La ragazza è infatti state fermata nuovamente e processata più volte. Ma il copione è sempre lo stesso: torna libera perché con il pancione.
Le condanne si sono però via via accumulate e il monte pene si è andato così gonfiando arrivando ad un totale, una cifra record, che sfiora i 30 anni di reclusione. Mercoledì mattina i militari dell’Arma hanno bussato alla roulotte in cui viveva e le hanno notificato il provvedimento emesso dai magistrati di piazzale Clodio.