Ardita, il carcere è un edificio in fiamme. Il parlamento continua a scrivere leggi confuse e senza memoria, mentre la mafia comanda in carcere

Giudice Sebastiano Ardita
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“Il 41bis sta all’ultimo piano e presenta piccole crepe.

Dobbiamo occuparcene, ma non dimenticare che la base della struttura – che è fatta dalle condizioni di vita e dalle regole che riguardano tutti i detenuti e la dignità del personale – rischia di cedere dalle fondamenta.

Il parlamento continua a scrivere leggi confuse e senza memoria mentre la mafia comanda in carcere. Sull’ergastolo ostativo e sulla prevenzione della mafia in carcere siamo tornati alla base come nel gioco dell’oca”.

Lo ha detto il consigliere togato del CSM Dott. Sebastiano Ardita in audizione in Antimafia. E ha aggiunto: “Ancora non abbiamo visto una seria analisi di quanto è accaduto a Santa Maria Capua Vetere. Tutto è stato archiviato come se fosse solo colpa della Polizia penitenziaria.

Ma non c’e’ stata alcuna analisi delle responsabilità enormi politiche ed amministrative che hanno portato all’abbandono a se stessi di quegli agenti. Ferma la condanna di quanto è successo e la necessità di punizione degli autori non possiamo uscircene dicendo che quelle erano mele marce. Perché un intero istituto si è visto abbandonato e ha intesto farsi giustizia da sé, come nel far west.

Come nel far west lo Stato, l’amministrazione centrale, a cui per anni anche dai sindacati erano state richieste regole diverse per far cessare l’anarchia interna alle carceri e la violenza sugli agenti aveva voltato le spalle. E gli agenti sono rimasti soli quando hanno subito le violenze illegali e soli quando hanno deciso di farsi giustizia da sé commettendo a loro volta reati”.

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