Arbitrava partite di calcetto, ma era in malattia: poliziotto deve risarcire lo Stato

Arbitrava partite di calcetto ma era in malattia poliziotto deve risarcire lo Stato
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Andava ad arbitrare le partite di calcetto tra dilettanti e amatori. Peccato, che al lavoro avesse presentato 19 certificati medici per attestare un dolore al ginocchio che gli impediva di tornare in servizio. Un anno e mezzo di assenza dal posto di lavoro alla questura di Massa che gli sono costati cari.

Il poliziotto, originario di Massa ma domiciliato a Prato, è stato condannato ieri dalla Corte dei Conti a risarcire il ministero dell’Interno per quasi 42.000 euro, 27.000 per gli stipendi intascati senza andare al lavoro ma coperti dai certificati, 15.000 per danno d’immagine alla pubblica amministrazione.

La condanna della magistratura contabile arriva dopo quella della giustizia penale. L’uomo infatti è stato condannato in primo grado dal tribunale di Prato per truffa allo Stato. Ha fatto Appello ma il giudizio è ancora pendente.

A finire nei guai e al centro di un’inchiesta giudiziaria è stato un poliziotto, M.C., 50 anni. Le indagini sono partite dalla Procura di Massa ma il fascicolo fu poi inviato per competenza alla Procura di Prato in quanto gli emolumenti venivano erogati dallo Stato al poliziotto nella sua banca a Prato.

Secondo quando ricostruito dalle indagini, l’uomo si sarebbe assentato dal lavoro dall’agosto del 2014 al dicembre del 2015. Un anno e quattro mesi mesi di congedo straordinario per quei continui fastidi che l’agente avvertiva a un ginocchio e per i quali il suo medico curante – che non è mai stato indagato – ha emesso ben 19 certificati. Durante lo stesso periodo, però, l’agente è stato visto più volte arbitrare partite di calcio a cinque e a sette.

Un’attività che non è apparsa compatibile con il dolore al ginocchio che lamentava tanto da apparire anche “claudicante nell’andatura”, come scrivono i giudici contabili nella sentenza depositata ieri. L’attività di arbitro, fra l’altro, non sarebbe stata possibile – annotano ancora i giudici – a fronte della patologia che il poliziotto dichiarava in quanto prevede continui cambi di direzione, scatti e corse.

Nonostante ciò l’agente si è assentato dal lavoro per malattia andando ad arbitrare molte partite di calcetto. Ci sarebbe anche un video dove si vede l’agente correre in maniera decisa senza apparire dolorante o claudicante. La giustizia penale non ha ancora fatto il suo corso, e così ci ha pensato quella contabile. lanazione.it

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