Anticipo Tfs, avviate le trattative con le banche per il rinnovo dell’accordo: 45mila euro a tasso calmierato

ANTICIPO TFS FORZE DI POLIZIA E ARMATE

In settimana è stato riavviato il tavolo per il rinnovo dell’accordo quadro per l’anticipo del Tfs-Tfr per i dipendenti pubblici. È in arrivo un nuovo patto con le banche per l’erogazione di somme fino a 45mila euro a tasso calmierato.

Dall’importo di 45mila euro sarà detratto subito un interesse pari al rendistato (il rendimento medio dei titoli di Stato calcolato da Bankitalia) aumentato di uno spread dello 0,4%. In sostanza, su 45mila euro, la banca ne dà circa 43mila, visto che 1.700 euro sono di interessi.

Al tavolo citato hanno partecipato tutti gli attori istituzionali coinvolti, ossia ministero dell’Economia e delle Finanze, il ministero del Lavoro, Abi e Inps. Tutti hanno manifestato l’intezione di avviare le procedure per il rinnovo, fatte salve le rispettive valutazioni preliminari. Lo schema di accordo quadro e il relativo decreto ministeriale di rinnovo, si spiega, sono stati inviati alle amministrazioni coinvolte nel procedimento di rinnovo per acquisire i dovuti pareri preliminari.

Anticipo fino a 45mila euro

Il provvedimento, nello specifico, consente ai lavoratori che vanno in pensione con quota 100/102/103, quindi prima di avere completato la maturazione complessiva del trattamento, di avere un anticipo fino a 45mila euro a condizioni agevolate corrispondente a quota parte del Tfr/Tfs. Il rinnovo dell’efficacia della misura costituisce un’agevolazione per l’accesso al trattamento di fine servizio-rapporto da parte dei dipendenti.

Come spiega più dettagliatamente Il Messaggero, dall’importo di 45mila euro anticipato dalle banche ai dipendenti pubblici sarà detratto subito un interesse pari al rendistato (il rendimento medio dei titoli di Stato calcolato da Bankitalia) aumentato di uno spread dello 0,4%. E poi il quotidiano fa un esempio: se il rendistato per una durata tra 2,7 anni e 3,6 anni è del 3,37%, aggiungendo lo spread si arriva al 3,77%. Su 45mila euro di prestito, la banca ne dà circa 43mila, visto che 1.700 euro sono di interessi

Le attese per il Tfs

Come ricorda il quotidiano, nel 2020, quando il prestito per il Tfs è stato istituito per la prima volta, i tassi di interesse erano praticamente a zero e così anche il rendistato. Insomma, gli interessi erano decisamente più bassi di ora. E i dipendenti pubblici sono comunque costretti a chiedere i soldi alla banca perché il pagamento della liquidazione viene differito nel tempo: dopo un anno arriva la prima rata da 50mila euro, la seconda tra i 50 e i 100mila euro è versata dopo due anni, la parte restante (se supera i 100mila euro) giunge dopo tre anni. Chi va in pensione anticipata, deve attendere i 67 anni. L’attesa per il Tfs va dai due ai sette anni

La proposta di legge bipartisan

Ma attenzione: ci possono essere ritardi Inps nella lavorazione delle pratiche. Una circostanza censurata dalla Corte costituzionale, che aveva chiesto al parlamento di intervenire. Ma non è possibile accelerare perché i costi per lo Stato sarebbero troppo alti. Solo a marzo scorso, la speranza dei dipendenti pubblici di ottenere la liquidazione in tempi brevi e certi si era di nuovo infranta sullo scoglio dei conti. Con una nota di poche righe inviata alla commissione Lavoro della Camera, la Ragioneria generale dello Stato aveva chiesto di fermare le proposte di legge bipartisan per ridurre da un anno a tre mesi il tempo di pagamento della prima rata del Tfs, aumentando anche l’importo di questo primo versamento da 50mila a 63.600 euro

I costi (3,8 miliardi di euro)

A detta della Ragioneria infatti, i costi sarebbero stati altissimi: secondo i calcoli effettuati dall’Inps, la misura avrebbe avuto un costo soltanto per quest’anno di 3,8 miliardi di euro. Un peggioramento dei saldi di finanza pubblica, ha scritto la Ragioneria, senza l’individuazione di una copertura

Le cifre dell’Inps

L’Inps, nella sua relazione tecnica depositata in commissione Lavoro, aveva spiegato che l’importo medio lordo dei cessati per vecchiaia o limiti di servizio è di 82.400 euro, quello per dimissioni è di 74.100, mentre quello per decesso, inabilità è di 66.800. L’importo medio lordo delle cessazioni per fine incarico (tipicamente Tfr per fine impiego dei supplenti della scuola) è pari a 1.800 euro

La sentenza della Consulta /1

Nella loro sentenza, pronunciata dopo un ricorso del sindacato Confsal-Unsa, i giudici della Consulta avevano spiegato che il differimento della corresponsione della liquidazione, ovvero del trattamento di fine servizio ai dipendenti pubblici che cessano l’impiego per aver raggiunto il limite di età, “è incompatibile con la Costituzione e il suo principio di giusta retribuzione

La sentenza della Consulta /2

La Corte aveva bocciato anche le soluzioni introdotte fino a quel momento, come l’anticipo da parte delle banche con interessi “calmierati” ma che comunque ormai hanno raggiunto il 4%. “Ancora una volta i dipendenti pubblici sono utilizzati come un bancomat per mantenere l’equilibrio dei conti pubblici. Un’ingiustizia”, aveva dichiarato Massimo Battaglia, segretario generale di Confsal-Unsa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!