Continua la scia di sangue dei suicidi in divisa.
Ancora una tragedia stamattina sulla costa fermana, (a pochi giorni dal suicidio di un giovane poliziotto in servizio ad Ancona), dove ha perso la vita un agente di polizia che si è ucciso sparandosi con la pistola d’ordinanza. Il corpo senza vita è stato ritrovato nella sua auto, la vittima aveva 50 anni. A dare l’allarme alcuni residenti che avevano notato l’auto.
Sul posto gli operatori allertati dal 118 ma ormai per l’uomo non c’era più nulla da fare. In corso le indagini per cercare di risalire alle ragioni del terribile gesto. Il fatto a pochi giorni di distanza dal giovane agente dell’Ascolano suicida ad Ancona.
Il Governo deve prendere atto che questi numeri non sono più tollerabili. Deve sapere mettere in campo tutte le risorse utili a creare una rete di aiuto e sostegno diversa rispetto al presente. E’ compito del legislatore prendere atto dell’ammontare non più tollerabile di questi suicidi. La politica deve capire che è necessario aprire a soggetti terzi, come in parte già avviene, non appartenenti al mondo delle forze dell’ordine, che possano garantire ai militari in difficoltà un accesso a cure e trattamenti non velati dal dubbio di andare a rovinarsi la carriera confessando i propri timori suicidari. Urge pensare a tavoli tematici che mettano al centro della discussione un modo nuovo di approcciarsi alla psiche di chi indossa una divisa, che sia rispettoso delle professionalità esistenti nel mondo militare, ma sia al contempo contaminato da saperi esterni e lontani da gerarchie militari.