Alla fine Antonio Dal Cin è riuscito a vincere la causa intentata contro i Ministeri dell’interno e delle Finanze per avere contratto l’asbestosi, una grave malattia correlata allo stretto contatto con l’amianto.
A dare ragione al finanziere 52enne il giudice del lavoro di Latina che ha accolto il ricorso del suo legale e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Ezio Bonanni, e riconosciuto una invalidità del 50% con una condanna al pagamento di due assegni vitalizi per un importo complessivo di 1800 euro mensili e una liquidazione di 90mila euro.
Al Cin, che vive a Sabaudia, è vittima dell’amianto avendo prestato servizio per lunghi anni in strutture e alloggi delle Fiamme Gialle avendo svolto servizio in particolari condizioni ambientali ed operative eccedenti l’ordinarietà ed essere stato esposto a polveri e fibre di amianto che non gli hanno lasciato scampo, determinando in lui gravissime lesioni, dalle quali è salvo miracolosamente.
Arruolato nel corpo della Guardia di Finanza nel settembre del 1991, ha frequentato il 61° Corso Cadore della Scuola Alpina di Predazzo al termine del quale ha conseguito il grado di finanziere e, dopo essere stato assegnato a sedi di diverse città, nel 2006 è stato trasferito alle dipendenze del III Nucleo Atleti di Sabaudia, in situazioni straordinarie connotate da ragioni di salute gravi fino a quando, a gennaio del 2014 è stato collocato in congedo assoluto, perché non più idoneo al Servizio di Istituto nel Corpo della Guardia di Finanza. Per lui sono stati determinanti i 13 anni trascorsi in una caserma di Prosecco, nel triestino, piena di fibre di amianto, ma considerata sicura fino al 2010, quando proprio la Guardia di Finanza ne ha disposto la bonifica.
Poi il trasferimento a Sabaudia in una caserma anche questa interessata dalla presenza di eternit mentre il Ministero dall’interno gli ha negato il riconoscimento dello status di vittima del dovere in conseguenza di valutazioni e pareri opposti di due commissioni mediche che gli riconoscono soltanto il 15% di invalidità. Ora con la sentenza del giudice del lavoro Umberto Maria Costume la situazione è stata ribaltata anche grazie all’accertamento tecnico d’ufficio del medico legale nominato dal Tribunale che ha riconosciuto al finanziere un maggior grado invalidante. Una vittoria importante sia perché sono state riconosciute le conseguenze dell’esposizione all’amianto sia perché il 52enne si trova in una situazione molto difficile avendo a carico, oltre alla figlia maggiorenne, altri due bambini di 8 e 14 anni, e la moglie con seri problemi di salute.
«Le persone si rispettano in vita, non deponendo corone d’alloro commenta Dal Cin – tuttora, sono ostaggio della burocrazia e di una giustizia amministrativa che continua a chiedere tempo, nonostante risulti affetto da una malattia amianto correlata, quasi sempre ad esito infausto».
«Quello di Antonio, con una valutazione medico legale del tutto errata, è solo uno dei tanti casi che purtroppo affliggono le Forze Armate e tutto il comparto sicurezza, costantemente esposto alla fibra killer, ampiamente utilizzata, fino alla messa al bando sottolinea l’avvocato Ezio Bonanni è molto importante che il sacrificio delle Fiamme Gialle, nello svolgimento del loro dovere, sia riconosciuto, senza la necessità di dover adire le vie giudiziarie, questo è uno degli impegni che l’Osservatorio nazionale amianto porta avanti da anni mentre prosegue il censimento dei siti contaminati sull’intero territorio nazionale».