Agente di Polizia penitenziaria preso a pugni in faccia da un detenuto del carcere di Civitavecchia

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Questa mattina, un detenuto con accertati problemi psichiatrici, mentre stava per concludersi il colloquio con i suoi familiari in visita nel carcere di Civitavecchia nuovo complesso, si è scagliato contro un agente della polizia penitenziaria addetto al reparto e lo ha colpito ripetutamente al volto con dei pugni. Il poliziotto ora è in ospedale per le cure del caso”. Lo comunica Ciro Di Domenico, coordinatore regionale della Fp Cgil Polizia penitenziaria.

“Qualche giorno fa – ricorda Di Domenico – c’era stato un tentativo di rivolta con un tentativo di sequestro di un poliziotto. Ieri la visita sui luoghi di lavoro della Fp Cgil che ha riscontrato la carenza d’organico del personale di polizia penitenziaria e un sovraffollamento reale del 176% di detenuti composti per il 46% da ristretti stranieri. Oggi questa brutale, improvvisa aggressione nei confronti di un servitore dello stato recatosi al lavoro per svolgere il proprio dovere”.

Condanna anche da Mirko Manna, coordinatore nazionale della Fp Cgil Polizia penitenziaria. “Lo avevamo previsto ieri durante la nostra visita sui luoghi di lavoro proprio nel carcere di Civitavecchia nuovo complesso, ma ormai la previsione di disordini e aggressioni in carcere è diventata scontata. Il capo del Dap Giovanni Russo, ormai scomparso dalla vista dei poliziotti penitenziari, è tutto concentrato sulle “best practice” a favore dei detenuti e si volta dall’altra parte fingendo di non leggere i dati e i comunicati quotidiani delle aggressioni dei detenuti nei confronti dei poliziotti penitenziari.

Non è possibile – prosegue Manna – che un poliziotto penitenziario debba recarsi al lavoro con la certezza che gli capiti qualche “evento critico” come lo chiamano al Dap. Il capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria fornisca ai sindacati i dati delle aggressioni dei detenuti contro i poliziotti che abbiamo chiesto da mesi. Se lui non è in grado di rendersi conto della gravità in cui versano le carceri, si faccia da parte e fornisca le informazioni al sottosegretario competente in materia, almeno avremo modo di confrontarci con i dati reali con chi gli sta sopra. L’omertà e l’inerzia non hanno mai dato buoni frutti”.

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