Una mobilitazione militare massiccia. Quella dell’Aeronautica italiana nel conflitto Russia-Ucraina è di gran lunga la più ampia e articolata. Compiti, funzioni e ricognizioni, innanzitutto, dell’Arma azzurra, sono oggi i più richiesti nella cosiddetta «prontezza operativa». Tutto in linea con le indicazioni del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, e la Nato. Il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Luca Goretti, in audizione al Senato davanti alle commissioni Difesa di palazzo Madama e Montecitorio, ha svelato per la prima volta tutte le cifre dell’impegno degli avieri nello scontro bellico in atto.
«Raddoppiati gli Eurofighter in azione»
Il generale Goretti sottolinea ai parlamentari come «ormai da anni siamo presenti ogni giorno con circa 4mila persone in operazioni dentro e fuori i nostri confini nazionali». Più volte, aggiunge, siamo in un «contesto geostrategico estremamente variabile, incerto, instabile, talvolta critico come quello che stiamo vivendo “dietro casa” nella crisi/guerra russo-ucraina». Così «penso subito a quando pochi giorni fa ho sostenuto e autorizzato, in coerenza con gli intendimenti governativi, il radddoppio in soli due giorni del numero di caccia Eurofighter a servizio della Nato nella sorveglianza e sicurezza dei cieli garantito – ricorda Goretti – da un rischieramento già presente in Romania». I caccia sono passai da quattro a otto.
«Oltre mille militari dell’Aeronautica impegnati»
Lo scenario a ridosso del conflitto è raccontato in Parlamento dal numero uno dell’Aeronautica con molti e nuovi dettagli. «Abbiamo rafforzato gli assetti per le attività di difesa dei cieli della Nato. Sono stati messi a disposizione assetti per il trasporto aereo, il rifornimento in volo, il comando e controllo, l’Isr3 (intelligence, surveillance e reconnaissance) e il personnel recovery». Poi, i numeri: «170 mililtari impegnati stabilmente in Romania per la difesa dello spazio aereo Nato. Si affiancano altri 170 per le missioni di supporto e la gestione complessa dell’attività di volo preesso il Coa, comando delle operazioni aerospaziali». Non solo: «Va aggiunto il personale in fase di approntamento impegnato nei contingenti Nato VJTF (Very high readiness joint task force) e IFFG (Initial follow-on forces group) per ulteriori 700 unità». Cosi, sottolinea, l’impiego per il conflitto oggi è arrivato a di «più di mille militari dell’Aeronautica».
In volo nel teatro operativo: «Prestare massima attenzione»
La missione dei top gun dell’Aeronatica può sembrare la sfida in una dimensione quasi invulnerabile. Al contrario, il capo di Stato maggiore ha detto ai parlamentari: «Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea. Basta niente per sconfinare e trovarci in guerra. Per questo dico ai miei equipaggi che mai come ora ogni cosa deve essere fatta secondo le regole».
Spiega Goretti: «Non bisogna mai farsi prendere dalla foga di vedere cosa c’è. Potrebbero esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine». Il generale ha poi fatto notare come «la riduzione drastica dei velivoli in dotazione si basi sull’erronea convinzione che un maggiore livello tecnologico possa compensare una sempre minore quantità. Siamo così passati in 20 anni da 842 a 500 aerei, di cui meno di 300 con funzioni combat. Un dimensionamento attendista della forza è sbagliato. La storia – sostiene il generale – ce lo sta ricordando in questi giorni con cruda evidenza».