Oltre duemila arresti effettuati in oltre trent’anni di carriera e tantissimi premi per le operazioni brillanti portate a termine. E’ stato assolto ieri perchè il fatto non sussiste l’ispettore della polizia di Stato, ora in pensione, finito a processo con l’accusa di violenza privata e resistenza. I fatti risalgono al 2017 quando il poliziotto fu protagonista di un diverbio con la ex compagna all’esterno della questura e, il giorno successivo, all’interno di un locale modenese.
Secondo le accuse l’agente aveva bloccato la ex compagna con l’auto per impedirle di allontanarsi. Intervenuti i colleghi per cercare di sedare la lite – sempre secondo le accuse – il poliziotto aveva opposto resistenza. Inoltre l’imputato doveva rispondere di violenza privata anche per il litigio avvenuto all’interno di un noto locale modenese: avrebbe – in base alla ricostruzione – strappato il telefonino dalle mani della ex per impedirle di fare una telefonata. Il pm nella precedente udienza aveva chiesto l’assoluzione per il poliziotto, difeso dagli avvocati Nicola Elmo e Cosimo Zaccaria.
Alla fine, nei confronti dell’ispettore è arrivata l’assoluzione perchè il fatto non sussiste e la non punibilità per quanto riguarda la presunta resistenza nei confronti dei colleghi. L’ex compagna, sentita a processo, non sarebbe risultata credibile: sarebbe invece emerso come, in entrambe le occasioni, i due avessero semplicemente discusso con toni un po’ accesi.
Il poliziotto, sovrintendente capo coordinatore di un turno di volante e andato in pensione con il grado di ispettore aveva all’attivo circa 2000 arresti. Memorabile l’operazione degli anni novanta, quando l’ispettore, insieme ai colleghi a seguito di una rapina all’ufficio postale, arrestò i rapinatori della banda Maniero e fu promosso di grado per meriti speciali. Nel 94 il poliziotto fu minacciato di morte dalla delinquenza campana proprio per gli arresti di allora e fu posto sotto scorta. Ieri, dopo cinque anni, è arrivata alla fine l’assoluzione.