6 agenti di Polizia Penitenziaria aggrediti: protesta degli agenti dell’Ucciardone a Palermo

Poliziotto penitenziario arrestato

Ancora violenza in carcere. Sei agenti di polizia penitenziaria sono stati aggrediti nei giorni scorsi all’Ucciardone da parte di un detenuto egiziano che si trovava nella nona sezione.

L’uomo avrebbe preteso in quanto lavoratore volontario, sebbene sprovvisto dell’autorizzazione, di andare nell’area passaggio per pulirla. Non essendoci personale disponibile per accompagnarla, un poliziotto gli ha negato il consenso. “Mi ci devi mandare per forza, altrimenti t’ammazzo”, avrebbe urlato.

A quel punto il detenuto lo avrebbe prima offeso e poi aggredito, rendendo necessario l’intervento dei colleghi accorsi dalle altre sezioni. I sindacati di categoria chiedono al capo del Dap di “assicurare urgente integrazione di personale” di almeno 30 unità.

Polizotti penitenziari aggrediti

Alla luce dell’ennesimo episodio i segretari dei sindacati hanno scritto una lettera a capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria per mettere in risalto una serie di problemi ritenuti “cronici”: “Gli eventi critici all’Uccirdone si stanno intensificando, raggiungendo statistiche preoccupanti.

L’ordine e la sicurezza di un istituto penitenziario non possono essere circostanze casuali dipendenti da una congiuntura di eventi occasionali”.

Per evitare il peggio sono intervenuti gli agenti di altre sezioni che hanno dovuto lasciare, seppur temporaneamente, le loro aree di competenza sguarnite.

6 agenti di polizia penitenziaria in ospedale

“Ben sei unità – scrivono ancora – hanno dovuto fare ricorso al pronto soccorso cittadino riportando modeste prognosi. Occorre chiedersi cosa sarebbe successo se fosse successo nel pomeriggio, orario in cui gli operatori rimangono soli (un solo agente per tutta la sezione) ad affrontare pericoli di ogni genere: non solo sarebbe stato impossibile contenere la furia del detenuto, ma addirittura inattuabile privarsi di sei unità per sottoporle agli urgenti accertamenti sanitari eseguiti presso il locale nosocomio.

E’ nostro interesse, oltre che prerogativa, tutelare il personale del Corpo. Quello che ci preoccupa sono i rischi sull’incolumità del personale e il clima lavorativo che si sta diffondendo all’interno dell’Ucciardone. Il personale mostra sentimenti di angoscia e sofferenza e questo si riverbera certamente sui contesti e sul clima lavorativo”.

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